San Bonaventura e alcuni punti della sua Teoria della conoscenza

Antique Religious Painting of Saint Bonaventure, 17th Century for sale at  Pamono

San Bonaventura e alcuni punti della sua Teoria della conoscenza (simile e insieme distinta da quella di san Tommaso)

Innanzitutto, egli contesta alcuni commentatori di Aristotele, come ad esempio Averroè, che sostengono l’esistenza di un unico intelletto comune (l’Intelletto universale), che in ogni uomo eserciti l’atto intellettivo. Ogni uomo “intellige” da se stesso, con il concorso della sua memoria, la quale, in quanto deposito di immagini passate, consente poi l’elaborazione dei concetti.

Al contempo, tuttavia, esclude, come volevano alcuni, che la conoscenza intellettiva dipenda unicamente da un’illuminazione divina. Dio non si sostituisce all’uomo nell’intelligere, spetta all’uomo questo compito nella sua vita. E tuttavia, Dio non è del tutto assente in questo processo di conoscenza, ma vi prende parte in modo attivo, mediante l’illuminazione che dona con le sue “ragioni eterne” (le idee divine) all’intelletto umano.

La conoscenza, quindi, con molta sintesi, secondo Bonaventura dipende da tre fondamentali elementi:

– l’esperienza sensibile

– l’intelletto/ragione umana

– l’illuminazione divina mediante le ragioni eterne.

Spiega ancora, il dottore serafico, che questa logica della conoscenza – nella quale Dio è compartecipe, ma non esclusivo attore – dipende dal fatto che l’anima è immagine di Dio, e come tale necessita che nell’attività intellettiva Dio stesso sia coinvolto nel processo di conoscenza. Amen

 

Francesco G. Silletta

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