Quel famoso “felice colpa” di San Tommaso, che Duns Scoto corregge, parlando di Adamo e della sua caduta.

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Quel famoso “felice colpa” di San Tommaso, che Duns Scoto corregge, parlando di Adamo e della sua caduta.

Come ci spiega in una sua catechesi Benedetto XVI, secondo Duns Scoto Cristo si sarebbe manifestato (incarnato) anche se Adamo non fosse caduto. La causa dell’incarnazione non è secondo lui legata alla colpa (da cui l’inutilità di dire “O felice colpa, che ci hai meritato un così grande redentore”): testualmente, dice Benedetto XVI, “occorre, secondo lui, capovolgere i rapporti, liberando la predestinazione da ogni forma di condizionamento. In tal modo la colpa di Adamo non è desiderabile o indesiderabile – felix o infelix – per il fatto che essa in ogni caso è seconda e derivata; “inclusa”, per così dire, in un disegno che è assolutamente e incondizionatamente di grazia. E propriamente ad apparire assoluto e incondizionato è Cristo, e con lui e in lui il piano di elezione”.

E dunque non vi è legame causale tra peccato di Adamo e incarnazione di Cristo, come se quest’ultima dipendesse esclusivamente da quello. Continua Benedetto XVI su Duns Scoto: “La ragione dell’incarnazione non può trovare altro principio se non nella bontà divina, che non può che automotivarsi, e non può che essere l’espressione – e l’espressione più alta – della divina libertà”.

Amen

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