A Dio Padre, per la purificazione ***
Mi pongo alla tua presenza, Dio onnipotente, come tua creatura, che tutto deve a te di ciò che è vita, pensiero e ogni facoltà dell’anima. Mi pongo dinanzi a te, mediante la forza spirituale che tu stesso mi comunichi, come Gesù ci ha ricordato che accade in noi: “E tutti saranno ammaestrati da Dio” (cf. Gv 6,45). Insieme a me, santissimo Dio, io pongo davanti a te tutta la mia storia, tutto ciò che, come vivente, mi ha contraddistinto dalla nascita a oggi. E in questa storia mia personale, molti sono stati gli errori, moltissimi i peccati, molte le amarezze che ti ho dato, molti anche i traumi che io stesso ho ricevuto. E ancora, assieme a tutto ciò, io pongo dinanzi a te gli effetti che tutte queste cose, che vorrei che mai ci fossero state, esistono ancora in me, con le loro conseguenze, i loro pretesti, le loro pretese sulla mia vita. Tu conoscevi tutto ciò ancor prima di crearmi, e ciò nonostante mi hai lo stesso creato, dandomi vita, amore, famiglia, cultura e soprattutto la fede in te. Tu mi hai ripagato, insomma, con ogni mezzo possibile, buono e santo, per ogni male che ti ho dato. Ora, nell’intimità di questa mia invocazione a te, ti chiedo di rompere ogni calunnia che l’accusatore pone fra me e te sul mio conto, sia dicendo a te tutti i miei fallimenti, sia umiliando me nell’averli commessi. “Sorgi, Signore, giudica chi mi accusa, combatti chi mi combatte” (cf. Sal 34,1). Che io possa pentirmi, certo, di tutti i miei peccati: ma che questo sia un tuo dono, non un’ossessione del Maligno; e che io possa ripagarti con la giusta penitenza e un’adeguata riparazione, ma secondo la volontà di Cristo, al quale hai rimesso ogni giudizio (cf. Gv 5,22), e non secondo le vendette del Maligno, le sue invidiose agitazioni e le sue ossessive memorie. Tu infatti sei un padre che quando percuote i suoi figli, lo fa secondo sapienza, per la loro santificazione (cf. Eb 12,6): il Maligno, invece, percuote per invidia e per la morte. Ti prego per questo, Signore mio: che io possa avere anche tutto il tuo giustissimo rigore, ma non abbandonarmi mai nelle mani del Maligno, poiché in esse è solo falsità e inganno. Tu stesso, nella luce dello spirito, mostra alla mia coscienza dove ho mancato e come posso rimediare: quale che sia l’itinerario di espiazione, io lo percorrerò nel sangue di tuo Figlio: tu, però, non abbandonarmi ai giudizi del Maligno, poiché a te solo voglio prestare ascolto e per te solo voglio consumare questo breve tratto che è la mia vita sulla terra. Nel nome di tuo Figlio Gesù, mio Salvatore, abbi pietà di me, Padre santo ed eterno. Amen.
Amen
*** F.G. Silletta
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