Don Dolindo Ruotolo sulle ossessioni sataniche e le loro manifestazioni

Don Dolindo Ruotolo sulle ossessioni sataniche e le loro manifestazioni

“Satana può turbare i centri nervosi del nostro organismo, e per questi turbamenti può gettarci o negli eccessi dell’impurità o in quelli dell’ira, o in quelli dell’intemperanza. A volte ci capita di avere delle velate e momentanee ossessioni di satana e non ci facciamo caso né vi poniamo rimedio, stimandole effetti del carattere o del temperamento.
L’impazienza ci conduce all’insofferenza, al nervosismo, ai gridi, alle escandescenze, al furore, alla violenza e persino al delitto. Gli ultimi stadi dell’ira, specialmente quando sono furiosi, implacabili e violenti, sono vere ossessioni alle quali abbiamo dato corso noi.
“[…] Dopo aver dato libertà al senso, spesso credendo con lo sfogo brutale di placarlo, ci troviamo come avviluppati in un’atmosfera d’impurità, che diventa febbre, passione, ossessione.
Si arde, si ha sete, si è come folli, concentrati in un’idea fissa che diventa fantasma, eccita, deprime, sembra sazietà ed è incentivo, sembra vita ed è soffocazione; è un insieme strano che sconvolge, che toglie il respiro all’anima e lo dà tutto al senso, toglie al cuore l’amore e lo riversa tutto nell’avidità dell’emozione di un godimento brutale, che strappa allo spirito la fecondità e lo rende arido come palude disseccata; si sente in questi momenti nel volto stesso la bruttura, nel corpo la turpitudine, nell’ambiente il rimprovero, nella coscienza il rimorso, eppure si è come schiavo in catene.
Basterebbe, in quei momenti, una rinunzia anche minima, per veder riaccesa la piccola scintilla di una luce superiore, per veder rinascere almeno il rammarico di esser caduti in uno stato di obbrobrio, e risentire il grido penitente alla misericordia di Dio, a questa dolcissima oasi di pace; ma quando la volontà crede di districarsi dai lacci, o almeno di cominciare ad allargare le maglie, subito, alla più piccola attrattiva del male, si sente di nuovo soffocata.
Vi sono stati di vera ossessione diabolica, che, non troncati a tempo con l’umile riconoscimento della propria miseria, con un atto di penitenza che ridoni il dominio sulla natura, anche in una parte minima, con la fiduciosa preghiera e il ricorso alla divina misericordia nel Sacramento della Confessione; crescono fino al parossismo; diventano delirio, e poi si mutano in uno stato di cauterizzazione tale che mostra l’obbrobrio come vita e la degradazione come galanteria […]”
(Don Dolindo, Commento al Vangelo di S. Matteo, 8.12)

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