“Il Santo Rosario. Contemplazione e mistero” – di Francesco G. Silletta – Prossimamente

“Il Santo Rosario. Contemplazione e mistero” – di Francesco G. Silletta – Prossimamente – Edizioni La Casa di Miriam – Un estratto dal secondo mistero della gloria:
 
 
In quest’ora del mattino, Signore Gesù Cristo, mentre ancora il buio governa la scena del cielo ed il sole attende la sua ora, noi offriamo a te questo Santo Rosario, appellandoci all’intercessione di Maria, tua e nostra Madre, che non conosce riposo nel suo materno sostegno alla nostra causa. Ora ti offriamo, in questo giorno domenicale, i misteri della gloria. La gloria stessa, la tua gloria, è per noi un profondo mistero. Siamo come esterrefatti, dinanzi al prodigio che essa contempla, da non poter sino in fondo presumere di afferrarla razionalmente, di possederla o misurarla con le nostre forze intellettuali. Ci abbandoniamo perciò ad essa, nella nostra fede in te, lodando il tuo nome per quanto di te ha rivelato al mondo, alla nostra storia, alla nostra personale esistenza.
Cosa siamo noi, Signore Gesù Cristo, perché mai tu possa avere una simile pietà del nostro vissuto? Ciò che il salmista afferra intuitivamente, è qui a distanza di secoli ad interrogare anche il nostro cuore, la nostra mente, lasciando aperta la risposta. Perché solo tu puoi rispondere a questa interrogazione. E lo fai a tuo modo: donandoci amore, trasmettendoci il tuo Santo Spirito che ci eleva sopra le miserie della terra e ci permette di rinvenire un posto adatto alla nostra vocazione, alla nostra ultima umana aspirazione, non il mondo con le sue contraddizioni e transitorietà, ma la permanenza eterna della tua potenza nelle dimore celesti, che procedendo con la nostra contemplazione “oltre” questo buio imperante che vediamo all’esterno, illumina di grazia e di gioia il nostro cuore, facendoci salire in alto, dimenticando il nostro passato, le nostre infantili cadute ed incomprensioni delle cose.
Tu stesso sei la gloria che ora a nostro modo cantiamo nella recita di questo Santo Rosario mattutino. I cinque misteri che mediteremo stringendo tra le mani la Santa Corona, segno tangibile, per quanto limitato, della tua stessa tangibilità, della tua stessa presenza viva e reale qui insieme a noi nell’atto di rivolgerci a te, non sono altro che un dono che tu ci comunichi perché l’insondabile mistero della tua gloria venga passo passo svelato, nel limite della disposizione con cui misuri la nostra sapienza umana.
Affinché non ci arroghiamo conoscenze che non ci spettano, infatti, ma che ci donerai tutte insieme il giorno del nostro definitivo ingresso nella tua celeste residenza, dove i ladri non giungono né la consumazione viene a logorare la nostra esistenza, tu disponi tutto con saggezza e temperamento, senza sovraccarichi di intelletto o di ragionevolezza, perché ci lasciamo guidare, santamente, dalla tua divina conoscenza, senza frapporre inutili questioni, senza pretendere accelerate interpretazioni della tua realtà gloriosa.
Per questo disponi un mistero per volta, meditato profondamente attraverso la recita del Padre nostro, delle dieci Ave Maria e del Gloria, con quanto segue di strutturale ad ogni mistero da parte delle nostre invocazioni. Questo rallentamento nel pronunciamento, che sembra far giungere in ritardo la conoscenza del segreto della tua gloria, è in realtà per noi una salutifera attesa. Quale diritto abbiamo, in fondo, di pretendere un superamento delle tappe della contemplazione, che a loro volta rispecchiano l’andamento stesso a tappe della nostra esistenza e della nostra comprensione di te?
Di per se stesso tutto è ineffabile quanto attiene alla tua gloriosa economia. E solo la tua pietosa illustrazione, nella pace dello spirito, può per noi essere un momento di giuntura fra la nostra incomprensione e la tua infinita sapienza. Eccoci allora qui, pieni di speranza, a contemplare il primo mistero da cui ogni aspetto glorioso della tua economia terrena dipende e su cui si fonda: la tua resurrezione dai morti.
Risorto per forza tua propria, senza alcun vincolo o legame con le forze della terra, tu infondi al creato una nuova prospettiva, doni agli uomini in maniera visibile una nuova certezza ed illumini essi di una imperitura speranza rispetto alla propria esistenza terrena: volgere anch’essi, come il Maestro, verso la risurrezione dalla morte. La morte stessa diviene per questo non un definitivo momento del percorso umano, ma a sua volta una tappa, certamente una tappa complessa, ma pur sempre una istanza transeunte della loro esperienza. Ed una tappa che riguarda non l’integralità della persona umana, ma unicamente la sua corporale economia. Poiché l’anima permane in te, immediatamente si volge a te e ti contempla nella santità e nella gloria, se nella grazia l’esistenza è stata spesa in terra.
Il mistero della tua resurrezione svela così al mondo, all’uomo, al singolo soggetto il senso stesso della propria realtà creaturale, la totale dipendenza da te in quanto creatore di tutte le cose e datore di vita. Vita tu stesso, che risorgendo dai morti la manifesti in maniera somma ed incontrovertibile: in te non è morte, la morte non ha parte con te per come la intendiamo noi, ancorati ad una sua concezione definitoria rispetto al vivere umano.
Salvaci allora, Signore Risorto, in questo momento in cui ci apprestiamo a contemplare questo primo, grande, fondamentale mistero della tua resurrezione, dalla convinzione che tutto cessi, di quanto è relativo alla nostra esperienza umana, con la morte del nostro corpo. Salvaci dal voler difendere a tutti i costi degli aspetti materiali della nostra esistenza proprio alla luce del loro tramonto ultimo rispetto all’eternità della nostra anima. Infondi piuttosto in noi un profondo, radicale e salvifico discernimento rispetto a ciò che passa, al valore della nostra vita spirituale e all’inutilità del perseguire, per la nostra realizzazione, finalità mondane, incoronazioni illusorie di successo e di stima sulla terra, aspettative bramose di ricchezza, di piacere e di successo qui, in questo angolo di vita, dove siamo chiamati piuttosto a costruire il ponte per l’eternità di vita che ci viene da te, da quel tuo primo respiro da persona risorta, dal tuo primo passo da vivente oltre la miseria e l’oscurità del sepolcro.
Amen
 
Francesco G. Silletta – “Il Santo Rosario. Contemplazione e mistero” – PROSSIMAMENTE – Edizioni La Casa di Miriam – Tel. 3405892741 – www.lacasadimiriam.altervista.org

Pubblicato da lacasadimiriam

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