Maria di Magdala e la donna in casa di Simone il Fariseo (Lc 7,36-50)

Stupisce molto – se non si considera Maria Maddalena come la stessa peccatrice assolta in casa di Simone il fariseo, cosa che invece molti esegeti affermano – il fatto che Luca, dopo aver narrato l’episodio dell’assoluzione di Gesù a questa peccatrice, inizi il capitolo successivo (il capitolo otto), citando le donne al seguito di Gesù, ponendo prima fra tutte “Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni” (Lc 8,2). A livello narratologico, infatti, se la Maddalena non fosse la stessa peccatrice di cui Luca ha parlato subito prima (Lc 7,36-50), questa prima, assoluta presentazione al lettore di “Maria di Magdala”, come colei dalla quale Gesù aveva cacciato sette demoni, suonerebbe improvvisa, inattesa non tanto in quanto al fatto che questa donna fosse una delle discepole di Gesù ivi menzionate, quanto piuttosto a questa così voluta specificazione dell’esorcismo ricevuto da Gesù stesso. Senza la preparazione di conoscenza posta al lettore nel capitolo precedente, questa “irruzione” del personaggio “Maria di Magdala” nel racconto di Luca apparirebbe come una forzatura narratologica. Senza qui citare altri contesti evangelici nei quali Maria di Magdala viene – anche se in modo implicito – indicata come colei che fu perdonata da Gesù in casa di Simone il Fariseo (non che il suo pentimento sia sorto lì, tuttavia), ci limitiamo a questa osservazione per ritenere valida l’ipotesi di questa identificazione.
Amen
 
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