Sul dogma dell’Assunzione

Sul dogma dell’Assunzione

Assunzione 6

– dal libro di R. Guardini, “La Madre del Signore”, tr. it. a cura di Ed. Morcelliana, Brescia 1989, pp. 58-59.

“[…] Il contenuto del dogma dell’Assunzione di Maria sembra significare una duplice verità per la vita cristiana. Soprattutto richiama alla coscienza che nella rivelazione è in gioco non lo “spirito” o l’“anima”, bensì l’uomo intero. L’uomo è redento; la vita eterna di cui parla Cristo, è vita dell’uomo; il regno, che egli edifica, è regno di Dio fra gli uomini. Certo ciò viene annunciato in senso fondamentale mediante la risurrezione e l’ascensione al cielo di Cristo e il suo sedere alla destra del Padre (Mt 26,64 parr.). Ma ce ne si rende conto a sufficienza? […].
Maria è persona umana come noi, né una pura “anima”, né una “dea”. Se dunque il dogma dice di lei che è stata assunta alla gloria di Dio con la pienezza della sua sostanza umana, ciò parla con molta insistenza di quel che è il corpo umano: quella realtà misteriosa, quotidiana e tuttavia ordinata all’eternità, che un giorno dovrà essere assorbita nella luce di Dio. Parla però anche dicendo chi sia il Dio vivente, nel quale noi crediamo: colui, cioè, che ha capacità e volontà di compiere tali cose e quindi è un assai Altro da quello spirito semplice-assoluto, di cui parlano i filosofi spiritualisti e che quelli materialisti negano. Vi si aggiunge un secondo elemento, che però è strettamente collegato con quanto si è appena detto. Si è parlato già della dottrina cristiana sulla morte. L’epoca moderna l’ha dimenticata da lungo tempo. Ma in tal modo essa, anche dove discorre di una indistruttibilità dello spirito umano, ha perso il punto di sostegno a proposito della morte, e a questa soggiace sempre più. La naturalizza, come ovvio fine del processo biologico. La esorcizza, come ultima espressione della tragicità dell’esistenza. La glorifica, come potenziamento dionisiaco della vita. Vi vede, nonostante sia la realtà enigmatica e incomprensibile, la chiave per la comprensione dell’esistenza. Al tempo stesso, però, la tecnicizza; ne fa la prestazione di apparati di uccisione sommamente sviluppati, maneggiati da uno Stato il cui orientamento politico-militare nella sua freddezza è più terribile di tutte le crudeltà precedenti. L’uomo dell’epoca moderna tuttavia capitola davanti a tutto ciò. Egli lo ammette e in tal modo perde il suo supremo onore umano.
In opposizione, il nuovo dogma (dell’Assunzione, n.d.r.), obietta dicendo: la morte non è ciò che l’orientamento dominante vi vede. Essa è al tempo stesso fine e inizio. Essa ha partecipazione alla morte di Cristo. È un mistero di fede […]”.
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