Dallo studio di Sofia Vanni Rovighi, Filosofia della sensazione in S. Agostino ***
“[…] La visione è l’impressione fatta dal corpo veduto sul soggetto. Senza questa impressione, non c’è sensazione. La visione è detta anche similitudine e immagine della cosa veduta.
Veduto è il corpo esterno, ma ciò che è inferito dalla ragione è l’esistenza di una immagine nel senso.
Vi è una tale unità fra la forma del corpo veduto e la sua immagine impressa nel senso, che solo la ragione, e non il senso stesso, può distinguerle. “[…]
Ora, se un corpo esterno agisce sul nostro, il corpo con-sente con l’anima; l’impressione ricevuta diviene così una impressione “sentita” (sensazione, ad es. la visione). Non c’è però sensazione, senza una “intentio” del soggetto che vede.
“[…] La memoria, con l’intelletto e la volontà, è la più alta immagine della Trinità.
“[…] L’unità intenzionale si avvera fra la forma del corpo e la forma impressa nel senso, fra questa e la forma impressa nella memoria, fra la forma impressa nella memoria e la forma pensata.
“[…] Spesso Agostino identifica “animi intentio” con “voluntas”. In senso proprio però, l’intentio è l’apertura del soggetto all’oggetto, non l’atto di volontà che muove il soggetto a conoscere”.
*** Rivista di Filosofia Neo-Scolastica
Vol. 54, No. 1 (GENNAIO-FEBBRAIO 1962), pp. 18-32
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