Come se non si crede a Gesù, si deve credere almeno alle sue opere, così è dell’esistenza del Maligno

Come se non si crede a Gesù, si deve credere almeno alle sue opere, così è dell’esistenza del Maligno:
 
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Gesù ha detto che se non crediamo a lui, almeno crediamo alle sue opere (Gv 10,38). Allo stesso modo, il rovesciatore perverso della divina parola, cioè il Maligno, può dire lo stesso: forse che non le vediamo, dentro e fuori di noi, in modo palese, le opere del Maligno? Eppure in moltissimi non credono nella sua esistenza. Ovviamente il “credere” che Gesù esige ha una natura totalmente distinta dal “credere” nell’esistenza del Maligno alla luce delle rispettive opere. Nel primo caso, infatti, viene evocata l’esigenza di una fede in Gesù, che interpelli tutta la persona umana nella pienezza delle sue facoltà. Nel secondo caso si evoca unicamente un atto di discernimento intellettuale, che sappia astrarre dall’evidenza oggettiva del male in tutte le sue manifestazioni, una entità personale quale movente e causa di ognuna di esse. Cosa che i più non accettano. E come il “non” credere in Gesù – nemmeno mediante il riconoscimento delle sue opere – aliena l’uomo dalla Verità, il “non” credere all’esistenza del Maligno – nemmeno alla luce delle sue opere – lo conduce alla medesima meta.
Amen
 
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