Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21) ὅπου γάρ ἐστιν ὁ θησαυρός σου, ἐκεῖ ἔσται καὶ ἡ καρδία σου

“Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21)

ὅπου γάρ ἐστιν ὁ θησαυρός σου, ἐκεῖ ἔσται καὶ ἡ καρδία σου

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Quanti significati riesce a comunicare Gesù con una sola frase. Ognuno di noi possiede un “tesoro”, al quale il nostro cuore si lega.

In greco antico il “tesoro” (ὁ θησαυρός) non è solo ciò che si ritiene come tale, ma anche il luogo nel quale lo si custodisce. In tal senso è più agevole capire questa vicinanza non soltanto umana, ma anche teologica, fra tesoro e cuore.

Gesù esorta a far memoria di essa. Ciò che diviene “un tesoro”, nell’esistenza umana, trascina con sé il “cuore”, e quest’ultimo ne diviene il custode, il luogo di deposizione. Un cattivo tesoro, quindi, implica un cattivo cuore. Perché ciò non accada, Gesù chiama a parametro di ogni tesoro la luce. La luce dell’occhio, che condiziona ogni cosa del corpo: se l’occhio è nella luce, l’uomo stesso nella sua integralità esistenziale è nella luce e dunque il suo tesoro non si immerge mai nell’oscurità, non è confutabile, non è nemico della luce e quindi nemmeno della verità.

Il cuore si lega al tesoro che percepisce come tale: la luce è ciò che orienta questo legame e lo sigilla nella verità, dove “i ladri non scassinano e la tignola non consuma”, essendo esso la verità stessa di Dio, l’anticamera esistenziale del suo regno.

Amen

 

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