La realizzazione dell’Io spirituale

La realizzazione dell’Io spirituale

L’Io si realizza davvero – nel senso di non solo per un momento, ma nell’integralità dell’esistenza umana – quando sale, sempre più in alto, trascendendo la carne e l’esperienza sensibile. Inutili sono quegli appagamenti dell’Io che durano solo un momento, e poi producono un vuoto più grande del precedente. L’Io si realizza spiritualizzandosi sempre più, salendo verso Dio e liberandosi dai limiti e dalle tensioni carnali, che lo legano a sé e ne alterano la vera realizzazione. Un Io felice (e ce ne sono pochissimi in giro, sebbene molti fingano di esserlo per ragioni di superbia) è un Io con Dio, dove nulla viene sommerso dal peso della materia, che si deteriora e muore, ma tutto è gioia, luce, poiché immerso nella Verità stessa, dove non esiste né alterazione, né transitorietà. Il mondo non segue questa aspirazione, e infatti vediamo come e dove va il mondo, con il suo Io carnale. Ma noi non siamo del mondo e non ne seguiamo le leggi e le imposizioni: siamo di Cristo, e in lui vogliamo elevare il nostro Io, ossia ciò che ci qualifica e ci identifica soggettivamente dinanzi a Dio. Quanto più diciamo con fede: “Io ti amo, Gesù”, tanto più eleviamo noi stessi dalla palude del mondo, dove l’Io muore schiacciato da molteplici insidie. Ci eleviamo senza sosta, tanto che persino l’idea di lasciare questo mondo diviene una meta gioiosa, e non più una condanna che fa tremare chi si lega a questo mondo. La preghiera e l’eucaristia sono il quotidiano e gioioso nutrimento dell’Io spirituale, che ci rende simili agli angeli e che non è più avvolto dalle inquietudini carnali. Amen.

 

Pubblicato da lacasadimiriam

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