“Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre” (Filemone, 15)

The book of Philemon does not defend slavery | Fred Clark

Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre” (Filemone, 15)

Le separazioni di questa vita come transitori momenti  in vista del per sempre

(Meditazione serale alla Casa di Miriam del 13 novembre 2023)

Questo versetto della breve lettera di san Paolo a Filemone è sovraccarico di emozione e di significati trasversali. Alla necessità oggettiva, immediata e storica, per la quale Paolo (in catene e vecchio, come dice di se stesso al versetto 9) si decide per questa scrittura, si sovrappone un’indole esistenzialista e assieme teologica del suo stesso componimento. I fatti sono quelli che conosciamo dalla storia: Paolo scrive a Filemone, venuto alla fede in Cristo grazie alla sua predicazione, affinché si degni – a motivo di questo che Paolo stesso definisce come “un debito” nei suoi riguardi (cf. v. 19) – di riaccogliere con sé il fuggitivo Onesimo, suo precedente schiavo, che ora Paolo stesso, dopo averlo convertito e addirittura trasformato in un cooperatore dell’annuncio del Vangelo, accompagna indietro da Filemone assieme alla presente lettera. Paolo non cerca solo una riconciliazione fra i due nei rispettivi ruoli di padrone e di schiavo, ma un superamento di essa nella carità, per il vincolo in Cristo che entrambi possiedono. E alla luce di questo vincolo, Paolo utilizza la stupenda interpretazione di un tempo di separazione tra loro, durato un momento, in vista di una nuova unione, che si mantiene “per sempre”. Uscendo dal significato storico, questa immagine paolina può significare molte cose, anche per noi oggi. Anzitutto uno sguardo teologico verso Gesù Cristo, che si è “separato” per un tempo dalla dimora dei Cieli per assumere “un momento” la carne umana, riavendo poi quella stessa dimora “per sempre” nella condizione di Salvatore. In secondo luogo, anche noi, a livello esistenziale, possiamo accogliere le separazioni di questa vita come transitori momenti – certo carichi di dolore – in vista del per sempre del ricongiungimento, senza più dolori né patimenti. Alle volte per non riuscire a sopportare la sofferenza “per un momento”, mettiamo in gioco il “riavere per sempre” la gioia, che non è soltanto un “avere di nuovo”, ma un avere secondo un nuovo e più intimo possesso rispetto a prima, poiché corroborato dalla fatica sopportata a motivo di quel “momento” di separazione. Amen

 

Pubblicato da lacasadimiriam

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