Il santo silenzio, anche con certe persone, che lascia che sia lo Spirito, e non il nostro “io”, a risolvere certe situazioni complicate o incomprensibili della vita – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 25 aprile 2024

Il santo silenzio, anche con certe persone, che lascia che sia lo Spirito, e non il nostro “io”, a risolvere certe situazioni complicate o incomprensibili della vita – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 25 aprile 2024:

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Quante volte ci fasciamo la testa sul “come” dobbiamo parlare a qualcuno affinché comprenda qualcosa, spesse volte affinché venga dalla nostra parte in termini di adesione e conoscenza. Tendiamo cioè a imporre a noi stessi un dominio del nostro “io” sulla situazione dialettica con l’altro, e spesso non essendone capaci umanamente, veniamo in conflitto con noi stessi, poiché l’altro rimane distante dalle nostre posizioni e in certi casi inconciliabile con esse. Vi è tuttavia una forza spirituale, che il nostro “io”, a motivo dell’orgoglio, tende a schiacciare, e che viene dall’alto, benigna, pura nel senso di priva di compromessi umani, veritiera. È la forza dello Spirito Santo, luce di conoscenza e di sapienza, che purtroppo spesso barrichiamo al di là di noi stessi, volendo ad ogni costo che sia il nostro “io umano” a prevalere. E in tal senso spendiamo parole e concetti, talvolta grida e persino atti di violenza, senza per questo ottenere alcunché di buono e di conciliante. La forza dello Spirito è quella forza che Maria Santissima ci insegna ad accogliere nel silenzio e nella meditazione, non nella fretta di rispondere, di puntualizzare le questioni e di avere l’ultima parola. Lo Spirito Santo ottiene in noi la conciliazione con l’altro unicamente quando siamo disposti a soprassedere a noi stessi, lasciandoci guidare dalla sua potenza di consiglio e di vita. Se vogliamo comandare noi, alla forza divina, rimaniamo schiavi di noi stessi e delle situazioni che il nostro orgoglio genera attorno a noi: incomprensione, discordia, rancore e in alcuni casi rabbia e isteria. Divenire miti significa in un certo modo deporre l’io umano all’io spirituale, quello stesso soggettivismo divino che nello Spirito si manifesta in noi, parla dolcemente, supera le resistenze interiori, doma le paure e illumina le facoltà della mente. Se siamo umili con Dio, nel suo Spirito avremo ragione e giustizia su tutte le situazioni fallaci, impedenti e debilitanti la nostra pace interiore, poiché lo Spirito trascende la limitatezza dell’umano e veicola l’uomo stesso alle altitudini di Dio, anche nell’oggi terreno. Affinché ciò avvenga, bisogna saper imitare Maria, anche nei suoi coraggiosi silenzi, che hanno trionfato, nello Spirito Santo, anche sulle situazioni più drammatiche dell’esistenza umana e delle relazioni con gli altri. Far tacere l’io, quando è aggressivo e dispotico, ed accogliere la luce dello Spirito Santo, nell’umiltà assoluta, anche quando costa fatica e, umanamente parlando, un senso di ribrezzo o di sconfitta davanti agli occhi famelici del mondo. La luce vince le tenebre secondo il linguaggio della luce stessa, non secondo l’accomodamento del linguaggio delle tenebre al modo di un compromesso con esse. Non si supera il male stando nel suo medesimo livello, ma lasciandoci guidare dal dono di Dio, la sua Carità, che senza che ce ne accorgiamo ispira in noi le risposte, cancella gli eventi passati nel loro generare dolore e vivifica l’anima in un nuovo contesto di luce interiore. In questo senso davvero la carne – e anche quell’io carnale che spesso confondiamo con un’entità spirituale, sebbene sia commisto di carnalità e mondo – ha dei linguaggi e dei criteri, degli sviluppi e delle finalità totalmente diverse dallo Spirito. Amen

 

Pubblicato da lacasadimiriam

La Casa di Miriam è un centro editoriale cattolico ed un cenacolo di preghiera operativo 24h

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