Non è una bugia quella detta da Gesù quando dice: “Non vado alla festa”, ma poi vi andò di nascosto:
Gesù non disse una bugia – cosa che entrerebbe in contraddizione con la Verità che lui è – quando disse ai suoi fratelli –
di andare loro alla Festa (quella detta delle Capanne, Gv 7,2-10), rifiutando il loro invito e dicendo che egli non ci sarebbe andato, ma poi vi andò da solo, di nascosto.
Innanzitutto, infatti, vi era un inganno di fondo nell’invito di quei suoi “fratelli” (che Giovanni specifica come nemmeno essi, a quel tempo, credessero in lui, Gv 7,5) ad andare alla Festa, che aveva luogo in Giudea, dunque in un territorio attualmente pericoloso per Gesù: essi volevano appunto che egli ivi si manifestasse – con la scusa che se uno è il Messia, deve agire pubblicamente – al fine che qualcuno gli facesse del male sentendolo parlare in pubblico.
Gesù, semplicemente, non abbocca al loro tranello. A inizio di questo capitolo 7, infatti, Giovanni specifica come “Gesù non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo”. L’invito ad andare proprio in Giudea, da parte dei suoi fratelli, era quindi finalizzato ad una pubblica contestazione di Gesù. E dunque nella sua preconoscenza di ogni cosa e di ogni umano pensiero, Gesù dice: “Non ci vado”. Questa negazione, tuttavia, non significa che egli “mai andrà a quella Festa”. Il “non ci vado”, corrisponde ad una negazione del modo in cui i suoi fratelli vorrebbero che ci andasse, con tranelli connessi a questo invito. Il fatto che “dopo” Gesù oggettivamente vada a quella Festa, non implica dunque alcuna bugia, poiché Gesù effettivamente non è andato alla Festa nel modo in cui i suoi fratelli volevano che vi andasse, assieme a loro, con finalità inadeguate alla sua missione santa.
E quindi nessuna bugia sussiste nelle parole e nell’operato di Gesù, ma un tranello evitato e macchinato dai suoi stessi fratelli.
Amen
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