Anzitutto potrebbe meravigliarci il fatto che il Figlio di Dio non abbia avuto direttamente da Dio, come accadde per Adamo, la natura umana, vale a dire mediante uno speciale atto costitutivo. E perché non ha assunto da sé, come avrebbe ovviamente potuto, nella sua eccelsa sovranità, tale umana natura? Perché ritenne necessario di ricorrere ad una donna per nascere? A che fine l’inserimento di una maternità umana?
Ai Padri fu relativamente facile trovare una risposta a queste domande, avendo essi dovuto lottare contro le tendenze docetistiche di una umanità apparente. “Se l’onnipotente Iddio avesse tratto un corpo umano da una qualsiasi altra fonte che non fosse stata il grembo di una madre, e lo avesse improvvisamente mostrato ai nostri occhi, non avrebbe Egli rafforzato l’errore? Si sarebbe potuto credere allora che Egli avesse assunto una vera essenza umana?” (S. Agostino, Epistola 137,3,9 (P.L. 33,519)
I Padri ritenevano così evidente e salda la verità dell’intimo collegamento fra la nostra Redenzione e la realtà dell’umanità di Cristo, da formulare il seguente assioma: “Ciò che non è assunto da Cristo, non è redento”. Ora nulla garantisce meglio la genuina e piena natura umana di Cristo che una genuina e veramente umana maternità di Maria. Chi lotta per questo difende, di conseguenza, la massima speranza dell’umanità: la sua reale Redenzione. Secondo la fede della nostra Chiesa, alla vera maternità di Maria è strettamente legata la nostra Redenzione.
Non però solo il fatto stesso, ma anche il modo e la maniera della Redenzione stanno in intimo rapporto con la Maternità di Maria e vi sono strettamente collegati. Infatti la Redenzione doveva compiersi in modo tale che un essere appartenente al genere umano, caduto in peccato, ne assumesse l’espiazione e sacrificasse per i suoi fratelli la propria vita in qualità di primogenito. Il concetto di “ricapitolazione” così familiare ai Padri, comprende il modo della Redenzione.
“Ma perché Dio non ricorse ancora una volta alla creta, ma compì in Maria la formazione di Gesù? Perché ne risultasse una creatura identica a quella che doveva essere salvata, e fosse conservata proprio la perfetta somiglianza nella ricapitolazione” (Ireneo, Adv. Haer., 3,21, 10 (P.G. 7,954-956)
Solo in quanto Cristo è fratello nostro egli può essere considerato nostro primogenito, solo in quanto appartiene al nostro genere umano sono assicurate agli uomini, secondo la dottrina del Padre, la Redenzione dal peccato e la nuova vita di figli di Dio. E tutto ciò che è stato insegnato del Corpo mistico, del capo e dei membri di esso, non avrebbe il proprio fondamento nella realtà, se non si basasse sulla vera e reale maternità di Maria. Poiché solo chi è nato da donna è nostro vero fratello, appartiene al nostro genere umano. Senza l’effettiva maternità di Maria non sarebbe stata possibile la realizzazione di un piano salvifico di tale realtà terrena e, al tempo stesso, di tanta sublime profondità ed immensa ampiezza, quale quello realmente attuato da Dio.
Vale sempre l’assiona: Ciò che non è stato assunto da Cristo, non è stato salvato. Per questo è stato fatto spesso riferimento all’intendimento di Dio di divenire un bambino, di passare attraverso le fasi della vita umana, per poter salvare e santificare, così, tutti. Ed Egli poté farlo tramite l’umana maternità di Maria, santificando nello stesso tempo la cellula originale dell’umanità, la famiglia.