“Se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto” (1Gv 2,1)

“Se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto” (1Gv 2,1) – una spiegazione del biblista I. de la Potterie

“In qual modo il Cristo Gesù esercita questa funzione di Paraclito presso il Padre? Lo spiega il contesto. Anche nel suo stato di gloria, Gesù sta alla presenza del Padre come “vittima di propiziazione per i nostri peccati” (v. 2). E’ il tema descritto dalle visioni dell’Apocalisse, dove contem¬pliamo «l’Agnello sgozzato» mentre sta ritto davanti al Trono di Dio (Apocalisse 5,6.9.12; 13,8). Tutta l’opera d’espiazione che il Cristo Gesù ha realizzato qui in terra, nel cielo diventa come una grande preghiera d’intercessione che come un «avvocato», un «intercessore», egli rivolge al Padre. Altrove Giovanni applica il termine «Paraclito» costan¬temente allo Spirito Santo, tuttavia non per descriverne la funzione d’intercessione presso Dio, ma per caratteriz¬zare la funzione d’assistenza ch’egli esercita quaggiù pres¬so i credenti. Tali testi appartengono tutti ai discorsi dopo la Cena, i quali costituiscono come il testamento di Gesù prima del suo ritorno al Padre. Dopo una promessa for¬male della venuta del Paraclito, Gesù indica chiaramente i tre principali aspetti dell’attività di questo: la sua fun¬zione d’insegnare, la testimonianza ch’egli rende a Gesù, e correlativamente la sua parte d’accusatore in faccia al mondo. […]

Nell’ultima Cena il cuore dei discepoli si turba all’annun¬cio imprevisto della partenza di Gesù (Giovanni 14,1). Finora egli era restato con loro (16,4; 14,25); ma adesso egli annuncia che resterà con loro soltanto per poco tempo (13, 34): ben presto essi non lo vedranno più (16,11) perché egli va al Padre (16,10). Tuttavia Gesù tornerà subito presso i suoi (14,18) non solo al momento delle apparizioni pasquali, ma per una presenza tutta spirituale ed interiore: allora sol¬tanto i discepoli saranno capaci di vederlo, in una contem¬plazione di fede (14,19). E questo sarà opera dello Spirito Santo, il quale viene chiamato «un altro Paraclito» (14,16) perché continuerà presso i discepoli l’opera che ha iniziato Gesù: nel grande conflitto che oppone Gesù ed il mondo, lo Spirito avrà il compito di difendere la causa di Gesù presso i discepoli e di confermarli nella loro fede. E’ interesse dei discepoli che il Cristo Gesù se ne vada, poiché senza questa dipartita il Paraclito non verrà presso di loro (16,7). Il Padre donerà loro il Paraclito dietro richiesta di Gesù e nel Nome di Gesù (14,16.26); il Cristo Gesù stesso da presso il Padre invierà loro il Paraclito (15,26). Questo Spirito che proviene dal Padre resterà coi discepoli per sempre (14,16), cioè fino alla fine dei tempi: durante tutta la sua permanenza qui in terra, la vita della Chiesa sarà caratterizzata dall’assistenza dello Spirito di verità.

Gesù enuncia un principio molto netto: egli non si ma¬nifesterà al mondo (14,22); il Paraclito, il quale dovrà at¬tuare la sua presenza spirituale in mezzo agli uomini, il mondo non può riceverlo perché esso non lo percepisce e non lo riconosce (14,17) […]”.

(I. de la Potterie, Il Paraclito, in I.de la Potterie – S.Lyonnet, La vita secondo lo Spirito. Condizione del cristiano, Editrice AVE, Roma, 1992, cfr. pp.99-123).

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