“Il rancore e l’ira sono un abominio” (Sir 27,30)

“Il rancore e l’ira sono un abominio” (Sir 27,30)

Potrebbe essere un'illustrazione

Nel libro del Siracide, che stiamo meditando per intero alla Casa di Miriam in questo mese di giugno, c’è un versetto che, come in molti casi dinanzi a testi cosiddetti “sapienziali” (che a uno sguardo superficiale non paiono altro che una successione di proverbi), ebbene, fa riflettere l’anima soggettiva, cioè a livello personale, sebbene in prima istanza esso non appaia riferibile a se stessi, ma a un altro da sé. Dice questo versetto: “[27,30] Anche il rancore e l’ira sono un abominio,
il peccatore li possiede”. A livello immediato, il credente che legge questo versetto tende ad estraniare se stesso da quanto in oggetto, non pensando cioè come riferibile a se stesso l’immagine del peccatore che possiede rancore ed ira, e che vengono qui descritti come un abominio. Si pensa subito ad una esortazione fatta dall’autore in senso generico verso un “qualcuno” distinto da sé. Se tuttavia analizziamo il testo e lo meditiamo con intensità di spirito, possiamo davvero in molti casi rinvenire noi stessi quali fomentatori di rancore ed ira che ci macchiano di peccato nello spirito. In quali casi? Molto spesso, non ce ne accorgiamo, ma abbiamo un rancore irrisolto proprio verso noi stessi, assieme ad un complesso di ira che ci fa detestare ciò che siamo o che siamo stati. Ciò accade molto spesso relativamente al nostro vissuto ora lontano nel tempo e dunque lontano dalla nostra attualità, ma che tuttavia ancora a suo modo la condiziona. L’autore del Siracide esorta all’abolizione tanto del rancore quanto della sua più immediata conseguenza, cioè l’ira, anche verso se stessi, poiché il pentimento (questo lo dice in un altro contesto molto precedente) è l’annullamento della colpa, mentre il permanere del rancore nell’anima ne rinnova l’effetto, e dunque rende nuovamente peccatori. Non è facile, in alcuni casi, accettarsi, ma è la stessa parola di Dio ad esortarci in questa direzione.
In tal senso, se dobbiamo saperci pentire dei nostri sbagli, al contempo dobbiamo saperci perdonare, affinché l’ira non prevalga in noi contro noi stessi e ci induca ad odiarci, violando in modo diretto il fondamentale comando dell’amore a Dio, a noi stessi e di conseguenza al prossimo. Amen

Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
Piazza del Monastero, 3 – Torino
Tel. 3405892741
www.lacasadimiriam.altervista.org

 

Pubblicato da lacasadimiriam

La Casa di Miriam è un centro editoriale cattolico ed un cenacolo di preghiera operativo 24h