2. Sappiate che Dio ama sempre le sue creature: la loro natura è immortale e non è destinata a dissolversi insieme col corpo. Dio ha visto la natura spirituale precipitare nell’abisso e trovarvi morte totale. La legge dell’alleanza si è inaridita ma Dio nella sua bontà ha visitato le creature per mezzo di Mosè. Mosè gettò le fondamenta della casa della verità e desiderò sanare la grande ferita, ma non vi riuscì e partì. Poi di nuovo ci fu l’assemblea dei profeti, i quali costruirono sulle basi di Mosè, ma anch’essi non riuscirono a sanare la grande ferita del genere umano e si riconobbero impotenti. Poi si riunì l’assemblea dei santi che pregarono il Creatore dicendo: «Non v’è forse balsamo in Galaad? Non c’è più nessun medico? Perché non si cicatrizza la ferita della figlia del mio popolo?» (Ger 8,22) e «Abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita. Lasciatela e andiamo ciascuno al proprio paese» (Ger 51,9).
Tutti i santi imploravano la bontà del Padre riguardo al Figlio unigenito. Se non fosse venuto, nessuna creatura avrebbe potuto sanare la grande ferita dell’uomo e così il Padre, nella sua bontà, disse: «Tu, figlio dell’uomo, fa’ il tuo bagaglio da deportato, preparati a emigrare» (Ez 12,3). Il Padre «non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi» (Rm 8,32), «schiacciato per le nostre iniquità; per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53,5). Ci ha radunati dai confini della terra, ha fatto risorgere il nostro intelletto dalla terra, ci ha insegnato che siamo membra gli uni degli altri […]”
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