“Quando le acque non dicono purificazione” – Meditazione del Salmo 92

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“Quando le acque non dicono purificazione” – Meditazione dal Salmo 92 alla Casa di Miriam del 27 agosto 2023:

“Alzano i fiumi, Signore,
alzano i fiumi la loro voce,
alzano i fiumi il loro fragore.
Ma più potente delle voci di grandi acque,
più potente dei flutti del mare,
potente nell’alto è il Signore”
(Salmo 92,3-4)

Partiamo da una precisazione fondamentale. Nei Salmi, come in tutta la Scrittura, il senso non è mai univoco, vi è sempre una possibilità di superamento e di nuova applicazione dell’interpretazione precedente. E alcuni sensi, si rinvengono quanto mai attuali, nonostante la lontananza temporale della loro primitiva Scrittura. Una via simbolica è sempre possibile in ogni latitudine letterale del testo biblico, senza per questo pretendere che la lettera non dica nulla, ma anzi, valorizzando la molteplicità di sensi che essa, con un’unica versione, infonde nello spirito. Ecco allora che dalla lettera, possiamo elevarci a una comprensione simbolica di questi pochi versetti. Le acque non sono soltanto simboli di purificazione, di santificazione e di dissetamento salutare, nella Bibbia: talvolta sono piuttosto l’emblema di ciò che è ostile, nemico della Verità, della bellezza naturale e dell’essenza stessa di Dio. I fiumi, in tal senso, echeggiano qui, amplificandolo (poiché i fiumi sono corsi d’acqua) questo concetto di ostilità a Dio). Ma cosa significa essere ostili a Dio? Nessuno, infatti, può competere con lui: l’unica manifestazione di tale ostilità viene resa secondo la logica del fiume, cioè quella dell’aumentare la potenza del suo fluire, come se a loro modo “alzassero la voce”. Una voce contraria – appunto perché ostile – alla dolcezza del Verbo di Dio. Non vi è altro modo, anche oggi come in ogni tempo, per chi vuole opporsi a Dio, che manifestare questa opposizione “alzando la voce”, facendo cioè sentire il più possibile se stesso nella sua condizione avversa alla santità di Dio, la quale non è che una malattia dello spirito. Il Signore lascia che ognuno si esprima secondo ciò che gli viene dal cuore nei suoi riguardi. Non vieta ai fiumi della ribellione, alle acque del disprezzo, dell’odio, dell’incredulità, di alzare la loro voce. Questa voce che rimbomba nel creato, come disarmonia verbale, come iniqua e dissonante proposizione di avversione a Dio, al contempo santifica quanti mediano fra la voce delle acque e Dio stesso, ossia i giusti della terra, gli umili, che si volgono con stupore e meraviglia rispetto a tutto ciò che Dio ha creato, e per questo lodano e benedicono Dio. E quanto di più attorno a loro – come oggi attorno a noi – si agitano le acque dei nemici di Dio, quando i fiumi dell’odio alzano la loro voce, tanto di più i giusti hanno un’occasione di santificazione attorno a sé, possono attingere da quei fiumi le acque della loro santificazione, opponendosi alla loro stridula ribellione con il Verbo dell’amore, alzando anch’essi la loro voce (ma magari nel più profondo dei silenzi), sia nei riguardi di Dio, acclamandone la santità, la bellezza e la bontà, sia nei riguardi delle acque contaminate di quei fiumi, trascinanti con sé odio e inimicizia. Tutto ciò è possibile perché dinanzi al fenomeno dei fiumi e della loro ribelle evasione, vi è l’evidenza spirituale della potenza di Dio, infinitamente più grande, al quale anche la più potente delle voci nemiche viene sottoposta e rimane soggiogata. “Più potente dei flutti del mare” – dice il Salmista – è il Signore. Il paragone trascende la situazione in oggetto. Infatti, il Salmista volge all’ennesima potenza il fragore di quelle acque, non parlando più di fiumi, ma addirittura del mare: anche se l’odio contro Dio e chi lo ama, si trasformasse da una goccia d’acqua a un fiume, e da quest’ultimo al mare, Dio è più potente di tutto. La voce del Verbo divino annienta nella sua giustizia ogni voce gridata contro di lui, poiché il confronto fra l’amore dell’uno e l’odio dell’altro non ha alcuna possibilità di sussistenza. Si elevino pure le voci dei fiumi, divengano pure un mare di rabbia, di impurità, di corruzione, di egoismo, di latrocinio: sia ciò che sia il contenuto di quel mare, esso è destinato alla sconfitta da Dio, la cui Voce terrorizza ogni ribellione del creato, e mette tutto a tacere soltanto pronunciando se stesso dinanzi ad esso. Il giusto sa riconoscere quali fiumi siano navigabili verso la casa del Signore e quali invece conducano altrove, sapendo che ogni alternativa alla casa del Signore è quella della dannazione. Questo avviene poiché il giusto ascolta la voce del Verbo di Dio, sa che i suoi insegnamenti sono degni di fede (v. 5), e che la casa di Dio non è soggetta all’impeto delle grandi acque, che tempestano di insolenza, di ingratitudine e di odio verso di lui. La casa di Dio è una casa di pace, di verità e di giustizia: i fiumi ostili possono utilizzare tutte le forme di ribellione possibile, ma non avranno mai possibilità di domicilio nella casa di Dio, e nemmeno alcuna possibile condivisione con il cuore di chi lo ama, poiché questi ripone in Dio la sua fede, per la durata dei giorni. Amen

F.G. Silletta – “Meditazioni serali alla Casa di Miriam”

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