Sulla relativizzazione del mondo dinanzi all’elevazione a Dio

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Sulla relativizzazione del mondo dinanzi all’elevazione a Dio

Quando si giunge ad un livello di elevazione tale dello spirito, nel quale in ogni momento Gesù è presente alla coscienza in quanto Signore vivente, viene relativizzata ogni cosa della terra, anche l’idea stessa del tempo, poiché non è più questione di mattina, di sera, di notte o di pomeriggio, ma di “eternità” nella quale lo spirito umano riposa e, contemplando Gesù, già si sente partecipe. Non è un caso, in tal senso, che in certe esperienze di intensa preghiera si abbia come la sensazione che il tempo (storico) non sia mai passato, sebbene magari siano passate due o tre ore, o che alle volte, anche trovandosi a pregare nel cuore della notte, dopo una giornata di lavoro, uno nemmeno si avveda o senta la necessità di dormire, stupendosi che in realtà l’ora (anche qui, storica) sia quella del sonno. Con Gesù lo spirito trascende ogni “umanità” nel senso carnale e materiale del termine, e prosegue lieto nell’oltre divino, che non ha alcun legame ontologico con quanto sperimentiamo ogni giorno qui, in questo mondo. Tutto è un attimo, dinanzi al Cielo. Amen

 

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