Sant’Antonio abate e i demoni ingannatori anche quando leggiamo la Scrittura ***
25.1. I demoni sono astuti e pronti a ricorrere a ogni inganno e ad assumere altre sembianze. Spesso fingono di cantare i salmi senza farsi vedere e citano le parole della Scrittura. 2. E a volte, quando leggiamo la Scrittura, subito come un’eco ripetono le parole che abbiamo lette; e spesso ci svegliano per farci pregare quando dormiamo e lo fanno continuamente, senza quasi permetterci di dormire. 3. Altre volte assumono le sembianze di monaci, fingono di parlare come uomini di fede per trarci in inganno mediante un aspetto simile al nostro, e poi trascinano dove vogliono le vittime dei loro inganni.
4. Ma non bisogna prestar loro attenzione neppure quando ci svegliano per farci pregare o ci consigliano di non mangiare affatto, e neppure quando pretendono di accusarci e di rimproverarci per dei peccati di cui sono a conoscenza al pari di noi. Non fanno questo per amore di Dio o per amore della verità, ma per trascinare i semplici alla disperazione e affermare che l’ascesi è inutile; 5. per indurre gli uomini al disgusto per la vita solitaria, prospettandola come pesante e gravosa e per ostacolare chi così vive lottando contro di loro.
2. Il Signore stesso, anche se i demoni dicevano la verità – e infatti dicevano il vero quando gridavano: Tu sei il figlio di Dio –, imponeva loro il silenzio 3. e impediva loro di parlare perché non avvenisse che, insieme alla verità, seminassero la loro perfidia, e per abituare anche noi a non prestare mai ascolto ai demoni, neanche quando sembra che dicano il vero. […]
4. Abbiamo le Scritture e la libertà dataci dal Salvatore, non ci conviene ricevere ammaestramento dal diavolo che non fu capace di stare al proprio posto, ma passò da un modo di pensare all’altro. 5. Per questo il Signore, anche quando il demonio ripete parole delle Scritture, gli impedisce di parlare dicendo: Dio ha detto al peccatore: Perché enumeri i miei precetti e tieni sulla bocca il mio patto? 6. Fanno di tutto e dicono qualsiasi cosa, si agitano, simulano, creano turbamento per trarre in inganno i semplici. Fanno baccano e frastuono, ridono sguaiatamente e sibilano, ma se non si presta loro attenzione, finiscono per piangere e lamentarsi come dei vinti. […]
27.1. Il Signore, dunque, in quanto Dio, imponeva il silenzio ai demoni. Noi, ammaestrati dai santi, dobbiamo fare come loro e imitarne il coraggio. 2. Anch’essi, vedendo le astuzie del demonio, dicevano: Finché il peccatore stava davanti a me, sono rimasto muto e umiliato e ho taciuto il bene, e ancora: 3. E io, come un sordo non ascoltavo, ero come un muto che non apre la sua bocca. Sono diventato come un uomo che non sente.
4. Anche noi, dunque, non prestiamo ascolto ai demoni perché ci sono estranei, non obbediamo loro anche se ci svegliano per la preghiera e ci parlano di digiuni. Badiamo piuttosto al nostro proposito di vita ascetica e non lasciamoci trarre in inganno da quelli che tutto operano con inganno. 5. Non bisogna temerli, anche se sembra che ci assalgano, e anche se ci minacciano di morte, perché sono deboli e non possono fare nulla, se non proferire minacce.
28.1. Ho già accennato a questo di sfuggita, ma ora non bisogna esitare a parlarne più diffusamente perché il ricordare queste cose vi renderà saldi. Con la venuta del Signore, il Nemico cadde e i suoi poteri furono ridotti all’impotenza. 2. Per questo non può far nulla, eppure si comporta come un tiranno: una volta caduto, non se ne resta tranquillo, ma continua a minacciare anche solo a parole. Ciascuno di noi pensi a questo e potrà disprezzare i demoni”
Dal testo “Atanasio di Alessandria, Vita di Antonio – Antonio abate, Detti – Lettere” – a cura di Lisa Cremaschi, Paoline Editoriale Libri 2007
Amen
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