Sul falso-mito del Gesù che va in casa dei peccatori, quasi che ne condividesse la condizione di peccato ipso-facto

Sul falso-mito del Gesù che va in casa dei peccatori, quasi che ne condividesse la condizione di peccato ipso-facto

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Se è vero che Gesù andò a casa di Matteo il pubblicano, è vero anche che vi andò solo in seguito all’avvenuta – anche se incipiente – conversione dello stesso Matteo, e che la sua casa, compresi i convenuti a quel banchetto, era già stata a suo modo purificata da questa incipienza di grazia nel cuore di ognuno. Se è vero, anche, che andò alle nozze di Cana, dove gli ospiti non avranno certo risparmiato qualche ebbrezza o surriscaldamento verbale tipico di certi contesti, è vero anche che ivi Gesù vi andò per invito di sua madre, al fine che –anche qui a livello di incipienza – la sua gloria fosse manifestata. E, non appena compiuto il miracolo, Gesù se ne andò, lasciando che i festosi invitati calmassero da se stessi la loro euforia. E ancora, se andò a casa di Simone il fariseo – che non era un pubblicano, e tuttavia aveva (e mantenne fino alla fine) le sue riserve su Gesù – è vero anche che Gesù vi andò nella coscienza dell’atto di amore che in quella casa si sarebbe compiuto, cioè il pentimento pubblico di quella peccatrice che entrò, senza alcun invito, in quella casa, e che Gesù a Simone pose come modello di conversione. Se perdonò all’adultera che doveva essere lapidata, lo fece con la raccomandazione di non peccare più.

Gesù non entra mai in una casa o in un contesto dove è il peccato in quanto tale, in modo irreversibile, ad essere “signore”. Tra lui e il peccato non vi è mai un possibile legame, nemmeno se mediato dalla presenza umana. Dove vi è una luce possibile, anche in un contesto di buio peccaminoso, allora sì, il Salvatore viene a sollecitare la conversione nei cuori: ma dove ciò è interdetto a priori, Gesù non va, poiché sarebbe una teologica “ingiustizia” verso i santi e gli angeli stessi. Questo per evitare quel buonismo contemporaneo che vorrebbe un Gesù “allegro” a bere vino con i peccatori o a condividere con essi la loro permanenza nel peccato.

Amen

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Pubblicato da lacasadimiriam

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