“Pace a questa casa!” (“Eirēnē toutō oikō”) – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 16 aprile 2024:

“Pace a questa casa!” (“Eirēnē toutō oikō”) – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 16 aprile 2024:
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In realtà, queste parole appartengono ad un contesto più ampio, nel quale Gesù stesso insegna ai neo eletti 72 discepoli come comportarsi durante la loro nuova esperienza di testimoni di lui. In questo quadro, alcuni aspetti non devono stupire più di tanto, né essere assolutizzati, come la richiesta di Gesù che essi non portino con sé né borsa, né bisaccia, né sandali, ecc. Si tratta infatti di una missione che, sebbene importante e inevitabilmente difficoltosa, Gesù assegna a quei nuovi discepoli unicamente per un tempo e un tragitto breve, propedeutico e sperimentale, in vista di più grandi e soltanto successive missioni apostoliche. Ora, in questo contesto, Gesù indica anche il modo di porsi, a livello verbale, a questi discepoli rispetto alle persone che incontreranno lungo la via. Più che non singoli individui, è l’ambientazione familiare, “la casa”, ad essere individuata come ambiente nel quale testimoniare il Cristo. E questa “casa” deve ricevere la benedizione dei suoi discepoli in suo nome: “Pace a questa casa!”. Gesù specifica come questa invocazione sia tutt’altro che formale e come superi abbondantemente l’atto di un semplice saluto di buon auspicio. Se infatti quei discepoli saranno accolti, quella pace scenderà sulle persone ospitali, ma se ciò non accadesse, ecco che essa stessa si volge indietro, come un mancato incontro con la benedizione di Dio, e rimane sui discepoli stessi. Ora ci domandiamo: non siamo forse anche noi, oggi, discepoli di Gesù Cristo? Non andiamo anche noi, spesso, e con motivi vari, di casa in casa? Non ci è dunque necessario benedire sempre, fosse anche nel silenzio del nostro cuore, “la casa” nella quale entriamo come ospiti e, in alcuni casi, come avventurieri? Quella benedizione, quella “pace che si invoca”, come nel caso dei 72 discepoli, non sarà mai un atto inutile né superstizioso, ma una posta nelle mani di Dio di quell’ambiente e di noi stessi che vi entriamo. Ecco che se quella pace sarà accolta, fosse pure senza esterni segnali ma con intima accettazione, tutto procederà secondo la benedizione di Cristo; ma se qualcosa di “negativo”, se delle forze occulte si oppongono a noi e alla pace che invochiamo per quella casa, ecco rimanere in noi la benedizione di Cristo e, per attrazione inversa, esterna a noi la “maledizione” di chiunque non voglia avere per sé la pace di Cristo. Amen

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Pubblicato da lacasadimiriam

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