“La voce era simile al fragore di grandi acque” (Ap 1,15) – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 4 febbraio 2024 ***

“La voce era simile al fragore di grandi acque” (Ap 1,15) – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 4 febbraio 2024 ***

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona

Quante voci si sentono nel mondo, spesso “stonate” (sia nel tono, sia –metaforicamente – per il contesto inadeguato in cui si odono), fastidiose e petulanti, figlie di un soggetto superbo che le emette, incapace di stare in silenzio, con decoro e prudenza morale. E quante grida, in alcuni casi di violenza, in altri di entusiasmo, in altri di paura, che comunque opprimono la pace dell’udito universale. Voci nelle vie, voci nelle piazze, voci dai mezzi di comunicazione, voci ovunque. E soprattutto anche dentro noi stessi. Ma dove conducono tutte queste voci? A cosa servono? Spesso, per chi le emette, a mascherare qualcosa, a infondere inquietudine, sospetto, minaccia, pettegolezzo, mormorazione. Sì, è vero, grazie a Dio ci sono anche le voci consolanti di tante sante persone, che tuttavia proprio per questo difficilmente si odono al pari delle altre, essendo queste sgarbate emissioni vocali atte a mettersi in mostra e a creare una manifestazione di se stessi. Tutte queste voci non hanno nulla a che fare con la vita cristiana. Anche se il cristiano le ode, poiché a livello sensibile è impossibile non udirle, esse vanno tutte fatte indietreggiare con il più eloquente mezzo possibile, cioè il silenzio. Il cristiano, infatti, ha la voce di Gesù Cristo da ascoltare, quella voce che, come dice Giovanni nell’Apocalisse, “era simile al fragore di grandi acque” (Ap 1,15). Non è esattamente identica alla voce “storica” di Gesù Cristo, o almeno non in tutto, diversamente anche i primi testimoni della risurrezione (ad es. i discepoli di Emmaus) avrebbero immediatamente riconosciuto Gesù solo sentendone la voce. È una voce ineffabile, dolcissima, che rende inutile e niente affatto interessanti tutte le stonate “voci” di questo mondo, e tanto più quelle fastidiose e diaboliche “voci” che soggiungono spesso nello spirito. È la voce di Colui che, come dice ancora Giovanni, “era morto, ma ora vive per sempre e ha potere sopra la morte e sopra gli inferi” (Ap 1,18)

Non che la sua voce storica – e beati tutti quelli che storicamente l’ascoltarono – non fosse unica, dolcissima, potente e singolare per tonalità e linguaggio. Vi era però “il mondo” a poterla ancora “distorcere” nel suo suono, con tutti i suoi caotici vocalismi. Ora no. Non che il mondo sia mutato, anzi, semmai è ancora molto più emancipato nel “far sentire la sua voce”. Ma la voce di Gesù è immersa della Gloria di Colui che ha vinto la morte e che mai più sarà sottomesso ad essa. È la voce del Dio-uomo, non più quella dell’uomo-Dio. Siamo salvi, e per sempre, a motivo di questa voce, che vince tutte le inutili “voci” contro il Vangelo, contro la santità, contro la purezza, contro l’amore. È la voce della salvezza eterna, che ci chiama individualmente, e alla quale siamo chiamati a dare ascolto, affinché quella stessa voce non divenga per noi una voce di condanna. E chi mai potrà resisterle? Chi mai condannerà ancora a morte, Colui che ha vinto da se stesso la morte e la cui voce è voce di risurrezione? Amen

*** Testi di F.G. Silletta – Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
Piazza del Monastero 3 – 10146 – Torino
Tel. 3405892741
www.lacasadimiriam.altervista.org

 

Pubblicato da lacasadimiriam

La Casa di Miriam è un centro editoriale cattolico ed un cenacolo di preghiera operativo 24h