Nulla esula dalla storia umana universale, nella passione di Gesù
I chiodi che perforano i polsi, qualche migliaio di colpi di flagello sul corpo, le spine sul capo, gli amici in fuga, il cuore trafitto, la febbre altissima, il sottofondo corale dell’odio umano, il silenzio di Dio Padre, non sono un’astrazione teologica, non un corollario di un mito da diffondere, non l’emozione entusiasta di un Evangelista, né qualcosa di simbolico da cui ereditare solo un insegnamento morale. Tutto ciò, piuttosto, è il costo della salvezza che nella storia l’Uomo-Dio ha pagato, da se stesso, per noi. Noi tutti i suoi carnefici, noi tutti – se lo accettiamo – i suoi salvati. Nulla esula dalla storia umana universale, nella passione di Gesù, e chi se ne estranea, lo fa per scelta sua, non del Salvatore. Ogni cosa, infatti, in quel sacrificio si è compiuta nella sua esigenza salvifica: nulla rimane più di insanabile nell’uomo, dopo che nell’Uomo stesso tutto è stato purificato. La salvezza è stata data, Gesù ce l’ha ottenuta dinanzi al Padre mediante il suo sacrificio perfetto. Ora noi possiamo partecipare di esso, per mezzo dei sacramenti, divenendo anche noi, in modo incruento, martiri della Croce, che è il segno della nostra vittoria definitiva sul male e sulla morte. Noi siamo liberi, in Cristo, anche nella possibilità di rifiutare la sua salvezza. L’unica salvezza possibile dalla dannazione eterna, alla quale, senza il vincolo con Cristo, le nostre cattive azioni ci conducono. Non è una questione teologica, bensì di coscienza e di libertà. L’amore di Dio ci è stato rivelato all’estremo. A noi la sua accoglienza, alla nostra libertà la risposta nella fede nel Salvatore o l’eventuale destino senza di lui, sapendo che nulla e nessuno, se non Gesù Cristo, muore per salvarci da noi stessi. Amen.
Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
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