Al rifugio dei peccatori ***
Maria, tu sei rifugio dei peccatori. Rifugio, non patibolo. In un rifugio uno cerca sicurezza e protezione, non condanna e punizione. Ecco perché è dolcissimo e consolante avvicinarsi a te, con la consapevolezza che, sebbene “i miei peccati sono più dei capelli del mio capo”, tu accogli il mio pentimento, e non disdegni di soccorrermi da tutte quelle conseguenze che i miei peccati – con i quali sciaguratamente ho offeso tuo Figlio – hanno generato in me. Nel tuo rifugio cerco anzitutto perdono, come a te l’hanno domandato Longino e i fuggitivi apostoli; e quindi comprensione, che solo una madre ontologicamente separata dal peccato, come tu sola sei, può dare. Quanto infatti più il peccato è lontano da te, tanto più tu lo conosci, nella grazia della tua sapienza, e per questo sai quanto dolore, la coscienza del peccato, produce in un’anima pentita. Il tuo rifugio è in tal senso un deposito unico e inimitabile di consolazione e di nuova speranza. Quali che siano state le ragioni o le motivazioni (talvolta immotivate) che mi abbiano condotto al peccato – talvolta così tristemente reiterato – tu accogli il penitente e lo motivi a una nuova esistenza, senza sottolineare nulla di ciò che è passato. E ciò che viene come conseguenza di quel peccato, tu lo spezzi con il tuo amore materno, e tutto ciò che l’accusatore vorrebbe farmi ricordare per intristirmi, tu lo seppellisci nel dimenticatoio eterno della misericordia di tuo Figlio, affinché mai più sia unito a me al modo di un fantasma. Non c’è pace più grande, per chi come me ha peccato, che correre al tuo rifugio. Qui non esiste la disillusione. Qui non esiste la non accoglienza. Esiste solo il tuo immisurabile amore materno, che non è rinvenibile in nessun luogo della terra. Per questo noi veniamo a te, pieni di peccati, per avere in te rifugio da noi stessi e da chi ci accusa. Amen.
*** F.G. Silletta
Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam
Piazza del Monastero, 3 – Torino
Tel. 3405892741