Sulla ripresentazione mentale dei medesimi peccati, già confessati, che non viene da Gesù, ma dal Maligno – Gesù ha detto alla donna adultera: “Va’ e d’ora in poi non peccare più” e non: “Va’ e continua a crogiolarti del tuo peccato”.
Una cosa è la penitenza, altra è l’ossessione. La prima può suggerirla (talvolta piccolissima, talaltra più impegnativa) Gesù stesso, come ad esempio accade dopo la confessione mediante il ministro. La penitenza è un modo di rifoderare il debito che si è protratto con Dio mediante il peccato. Essa dona allo spirito – se fatta umilmente – una particolare pace, poiché viene avanti la coscienza di una riacquisizione dell’amicizia con Dio che il peccato ha infranto e si avverte la compiacenza di Dio rispetto alla volontà di riscatto. Tutt’altra cosa è l’ossessione del peccato o il continuo ragionamento sui peccati commessi e già confessati, quasi che né la confessione, né la penitenza, bastino a scacciarli non solo dalla coscienza di Dio su di noi, ma anche dalla coscienza di noi stessi. Questa ossessione non viene mai da Gesù, che è mediatore presso il Padre, ma unicamente dal Maligno, che non accetta la nostra riconciliazione con Dio, vuole farci simili a lui – nell’essere imperdonabili – e costernarci mediante una continua ripresentazione mentale dei peccati commessi, razionalizzandone i contenuti, falsificandone le cause e via dicendo. Tutto questo è finalizzato a confonderci e ad indurci inesorabilmente di nuovo nel peccato, a motivo del disordine interiore che con le sue accuse egli crea in noi. L’invocazione continua dello Spirito Santo e della Madonna, ci aiutano a prendere autorità su noi stessi e su tutto ciò mediante il quale Satana tormenta la nostra coscienza. Lo Spirito Santo è infatti lo stesso Spirito Creatore, che ci ha creati sapendo tutto ciò che, una volta creati, avremmo compiuto in vita, nel bene e nel male. E conosce anche quei segreti di noi stessi, quei condizionamenti, quelle situazioni della nostra esistenza che noi stessi non conosciamo, e che non conosce nemmeno il Maligno, e per questo ci dona una continua e rinnovata consolazione dinanzi alle nostre cadute, spezzando con la sua potenza la catena di ossessioni che esse talvolta generano in noi. La Madonna, dal canto suo, con la sua purezza viene a purificarci da ogni impura suggestione, da ogni accusa del Maligno e da ogni crisi di identità, consolandoci maternamente e mostrandoci la misura infinita della misericordia di suo Figlio. Una misericordia che non riguarda il peccato soltanto dal punto di vista della colpa commessa, ma anche dal punto di vista degli effetti che esso spesso lascia in noi, uno dei quali è appunto l’interferenza diabolica nell’accusarci di aver commesso un peccato e di non essere degni dell’amicizia con Dio. La misericordia di Gesù brucia tutto questo mondo ossessivo – nel tempo e nel modo che lui vuole – e ci ricompone spiritualmente mediante il dono di una illimitata pace interiore, quasi che noi non abbiamo mai peccato e che tutto ciò che ci ossessiona, per la potenza dello Spirito e la preghiera di Maria, scompaia totalmente dalla nostra vita spirituale. Invocando allora lo Spirito Santo, congiuntamente alla materna protezione di Maria, Gesù ci concede questa pace interiore anche nel “non pensare più ai peccati commessi”, ma piuttosto al bene e alla santità di Dio che sempre ci perdona quando ci pentiamo sinceramente. Questa consolazione che ci proviene dalla grazia divina, tuttavia, deve al contempo essere esercitata da noi nei riguardi degli altri, in modo speciale non cadendo mai di essere proprio noi – peccatori ai quali è stato condonato il debito – coloro che poi rinfacciano agli altri il loro peccato.
Amen
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