3 volumi di preghiere di liberazione – Edizioni La Casa di Miriam
Il modo peggiore per liberarsi dal male demoniaco è quello di non parlare mai del demonio, di deviare il discorso, di cercare di parlare d’altro ostinatamente, con un approccio tutto sommato più “scaramantico” che realmente cristiano. Tutto questo, infatti semplicemente rafforza il demonio, prova ne sono le pene spirituali e corporali cui certi grandi santi, nella loro testimonianza esplicita su di lui, sono stati sottoposti per il servizio reso alle persone sulla conoscenza della sua esistenza, della sua azione e, purtroppo, del suo governo su tante coscienze umane.
Anche quando si prega, e quando si prega per la liberazione in maniera esplicita (attenendosi però all’insegnamento della Chiesa e mai disgiuntamente da questo), non bisogna avere timore di “nominare”, nel senso letterare del termine, colui che è invasivo, alienante, trasversale alla propria libertà personale, alla propria pace interiore e soprattutto al proprio proposito di santità nella sequela di Cristo. In quanto creatura, seppure decaduta, il demonio ha comunque un nome suo proprio, rappresentativo di sé, quale segno appunto della sua inferiorità ontologica rispetto al Creatore e distintivo della sua persona rispetto al creato. Cristo stesso quando interloquisce con lui fa il suo nome e lo caccia via apertamente, riferendo la sua parola di condanna ad un soggetto esplicito (“Va dietro a me, Satana!”), non ad un simbolo, non ad un luogo comune o ad una filosofia, né ad un concetto o all’idea di un qualcosa di indefinito o sconosciuto nella sua identità reale. No. Il suo è un potente rimprovero di ordine soggettivo: in tal senso il destinatario lo avverte come tale e da esso viene sopraffatto, afflitto nella propria attività malefica verso le creature umane che Cristo ha rigenerato nel suo sangue. A nostra volta, nella comunione con Cristo e rimettendo nelle sue mani questa forza sulle potenze del male, anche noi, pregando, siamo chiamati a non usare giri di parole, artifici letterari o timori dialettici volti a mascherare, pur con cuore sincero, l’identità del nostro nemico e quello dei nostri cari: “Vattene Satana!”. Sia chiara, esplicita, incontrovertibile l’identità di colui che si oppone al progetto di salvezza del Redentore cui ci è dato, per grazia, di partecipare attivamente nella vita di santità, nella carità, nei sacramenti, nella preghiera e in tanti altri modi. Tutto, sempre, sia fatto nel nome di Gesù, poiché non nostra, ma sua, è la direzione della nostra esistenza, anche quando questa si impegna nella lotta contro le forze del male. La Madonna interceda per la liberazione di ogni anima disturbata, afflitta, ossessa o posseduta da Satana, direttamente o per il tramite di altri demoni (il cui numero reale è spaventoso) che tuttavia a lui si ispirano e da lui traggono potenza e orientamento.
Amen (questo articolo non è contenuto nei volumi, ma è della redazione)
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