Materialismo evoluzionista, panteismo e teismo – N. Berdjaev

“Materialismo evoluzionista, panteismo e teismo” –

Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev – Studi alla Casa di Miriam Torino

“[…] Una mistica di tipo panteista-emanatista è costretta a negare l’idea di creazione; dal suo punto di vista, la vita è un fuoriuscire e un trasfondersi della Divinità nel mondo e del mondo nella Divinità, della Divinità nell’uomo e dell’uomo nella Divinità. Per una mistica di questo tipo, l’uomo si disperde totalmente nella Divinità e la Divinità si disperde totalmente nell’uomo, e così via. Quando Dio nasce nell’uomo, l’uomo muore. Non si dà alcun incremento creativo, ma solo una ridistribuzione della potenza. In questa tipologia rientra non solo Eckhart, ma anche Plotino e tutta la mistica indiana. Questa mistica, in sostanza, non conosce né l’atto creativo di Dio né la creatività umana. Ad una concezione di Dio panteista-emanatista è legata anche la dottrina della filosofia contemporanea che sostiene l’idea secondo cui la creazione della cultura sarebbe accompagnata da una decrescenza e da una morte dell’essere. Nella creazione autentica nulla decresce ma, al contrario, tutto si accresce, esattamente come quando Dio crea il mondo, allorché la potenza divina non va decrescendo per il suo passaggio nel mondo ma si accresce di una nuova potenza che prima non esisteva. Nella sua forma estrema, la concezione di Dio panteista-emanatista porta ad una visione del mondo conservatrice, perché se resta fedele a se stessa, finisce necessariamente per negare l’uomo. Ciò, evidentemente, non implica affatto la negazione della grande verità del panteismo, che può perfettamente essere ricompresa anche nella visione di Dio teista. […]
Il materialismo (evoluzionista) è profondamente antitetico rispetto alla concezione di Dio teista, che ammette l’atto creatore, mentre può essere accostato alla concezione di Dio panteista, che nega l’atto creatore. Nell’universo materialista nulla si crea e tutte le cose non fanno altro che ridistribuirsi e passare da uno stato ad un altro. Il materialismo interpreta la legge della conservazione dell’energia come una negazione della creazione e come un’affermazione della conservazione dell’essere. Anche la dottrina dell’emanazione, dall’altra parte, deve riconoscere la legge della conservazione dell’energia col suo carattere chiaramente conservatore. La creazione implica un incremento di energia che si realizza non a partire da un’altra energia ma dal nulla e perciò non attribuisce un valore assoluto ed universale alla conservazione dell’energia, ma anzi la supera […]”

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