Le orme di Dio (di Joseph Ratzinger)

Le orme di Dio (di Joseph Ratzinger)

Benedetto XVI

 

– dal libro di Joseph Ratzinger, “Maria, Chiesa nascente”, Ed. S. Paolo, Cinisello Balsamo 1998, pp. 80-82

“Dio non è legato a pietre, ma egli si lega a persone vive. Il sì di Maria gli apre lo spazio, ove egli può piantare la sua tenda. Maria diviene per lui la tenda, e così ella è l’inizio della santa Chiesa, che a sua volta è anticipo della nuova Gerusalemme, nella quale non vi è più alcun tempio, perché Dio stesso dimora in essa. La fede in Cristo, che confessiamo nel Credo, è quindi una spiritualizzazione ed una purificazione di tutto quanto la storia delle religioni aveva detto e sperato sul dimorare di Dio nel mondo. Ma è allo stesso tempo anche una corporeizzazione ed una concretizzazione che va al di là di ogni attesa sull’essere di Dio con gli uomini. “Dio è nella carne”: proprio questo legame indissolubile di Dio con la sua creatura costituisce il centro della fede cristiana. Se così è, si comprende che i cristiani fin dall’inizio ritennero santi quei luoghi, nei quali questo evento si era verificato. Divennero la garanzia permanente dell’ingresso di Dio nel mondo. Nazareth, Betlemme e Gerusalemme divennero così luoghi nei quali si possono in un certo qual modo vedere le orme del Redentore, nei quali il mistero dell’incarnazione di Dio ci tocca molto da vicino. Per ciò che riguarda il racconto dell’annunciazione, il Protovangelo di Giacomo, che risale al secondo secolo e nonostante i suoi molti elementi leggendari può anche aver conservato ricordi reali, ha suddiviso questo evento in due luoghi. Maria “prese la brocca ed uscì, per prendere acqua. Ed ecco una voce disse: “Salve, o piena di grazia, il Signore sia con te, benedetta fra le donne”. Ella si voltò a destra e a sinistra per vedere da dove venisse questa voce. E si turbò, entrò nella sua casa, depose la brocca, prese la porpora, si sedette sul suo scranno e filava. Ed ecco, un angelo del Signore apparire davanti a lei e disse: “Non temere, Maria, infatti tu hai trovato grazia presso l’onnipotente e concepirai per la sua parola”.
A questa doppia tradizione corrispondono i due santuari, il santuario orientale della fontana e la basilica cattolica, che è costruita intorno alla grotta dell’annunciazione. Entrambi hanno un senso profondo. Origene ha richiamato l’attenzione sul fatto che il motivo del pozzo informa di sé tutta la storia dei padri dell’Antico Testamento. Dove giungevano, scavavano pozzi. L’acqua è l’elemento della vita. Così il pozzo diventa sempre più il simbolo della vita, fino al pozzo di Giacobbe, presso il quale Gesù stesso si rivela come la fonte della vera vita, della quale ha profondamente sete l’umanità. La fonte, l’acqua zampillante diventa segno del mistero di Cristo, che ci dona l’acqua della vita e dal cui costato aperto scorrono sangue ed acqua. La fonte diventa l’annuncio di Cristo. Ma accanto sta la casa, il luogo della preghiera e del raccoglimento: “Quando vuoi pregare, entra nella tua camera …” (Mt 6,6). La realtà più personale, l’annuncio dell’incarnazione e la risposta della Vergine esigono la discrezione della casa […]”.

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