Conoscenza ed azione negli interrogativi che Gesù ci pone – Dal libro di J. Navone, “Dono di sé e comunione”:

“Come in ordine alla conoscenza, così sorgono domande in ordine all’azione. Domande di tipo decisionale sorgono quando si chiede se una cosa è conveniente, se è solo apparentemente o realmente buona, che cosa ha valore oggettivo. Quando Gesù dice: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” (Lc 10,37), e: “Maria ha scelto la parte migliore” (Lc 10,42) e ancora: “Fa’ questo e vivrai” (Lc 10,28), risponde a domande di tipo decisionale. Gesù pone domande di identità: “Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli?” (Mc 3,33); “Come ti chiami?” (Mc 5,9); “E voi, chi dite che io sia?” (Mc 8,29). Egli pone domande per capire: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?” (Mc 4,40); “Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria…?” (Mc 6,2-3). Domande precisano il rapporto fra il Maestro e i discepoli; perché la retta comprensione del discepolato è correlativa alla retta comprensione del Maestro. Quando Pietro riconosce che Gesù è il Cristo, e subito dopo rifiuta la sua via di sofferenza e morte, rivela il suo fallimento a comprendere il vero significato sia del Maestro che del discepolato (Mc 8,27-9,1). Andando oltre, l’incapacità a capire il vero significato di Gesù è l’incapacità di capire l’identità che ci è donata da Dio. Gesù è la risposta di Dio alla domanda: Che cosa siamo chiamati ad essere? […]”
(J. Navone, Dono di sé e comunione, tit. orig. Self-giving and sharing, Ed. Cittadella, Assisi 1990, qui pp. 165-166)Edizioni e Libreria Cattolica La Casa di Miriam –

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