Sulla sovrapposizione diabolica all’ordinaria attività intellettiva e volitiva del soggetto ***
Quando Pietro parla di “un leone ruggente” che va in giro cercando chi divorare – riferendosi esplicitamente al diavolo – non dobbiamo pensare unicamente a una realtà visibile, a suo modo “corporale” (nel senso che si nasconde in un corpo o in una persona), né soltanto a fenomeni di tipo vessatorio-oggettivo, cioè sotto l’esperienza sensibile. Talvolta questo “leone ruggente” è infatti pura verbalità interiore e – a suo modo – locuzione. Qui l’esperienza sensibile sfugge al soggetto, poiché non si tratta dei sensi esterni (il tatto, l’udito, la vista, ecc.). Piuttosto, l’azione del diavolo è mimetica nell’intelletto stesso e nelle sue facoltà, a motivo di cause che qui non è possibile discutere. E tuttavia l’esito di questa azione è una “compartecipazione” o “compresenza” del maligno nell’elaborazione stessa del pensiero, delle idee e della rappresentazione mnemonica, intervenendo nel cui contesto egli produce agitazione, confusione e smarrimento. Persino la stessa verbalità soggettiva – cioè il pronunciamento delle parole – viene talvolta interdetta da questa interferenza (ne è un esempio l’improvviso e immotivato pronunciamento di bestemmie nel contesto di un discorso, anche privato). La soluzione a questa invadenza così “raffinata” (dal momento che non è una tentazione ordinaria, ma una sovrapposizione diabolica all’ordinaria attività intellettiva e volitiva del soggetto), è data dalla preghiera allo Spirito Santo accompagnata dal Santo Rosario seguendo – al modo di una opposizione frontale e vincente – la stessa dinamica attualizzata dal demonio, ossia quella vocale, cioè pregare a voce alta (non gridata). La voce del Maligno, infatti, in queste situazioni “copre” (come si è detto con bestemmie, ma anche con altre forme di perverse suggestioni pronunciate “ad alta voce” senza la volontà del soggetto) il silenzio del pensiero soggettivo, per cui anche se uno “pensa” l’Ave Maria nel silenzio del cuore, questa attività diabolica ne interferisce la pace “escandescendo” – nel modo che si è detto – a voce alta. Pregare ad alta voce (ma non gridando), controbatte la verbalità diabolica e ne attenua progressivamente il “rumore”, sino al totale ammutolimento e al ritorno della pace nell’intelletto e nel cuore. Quando si avverte questa presenza ostile all’armonia del pensiero, non bisogna intrappolarsi in ragionamenti di sorta, poiché è ciò che il demonio vuole per confondere il soggetto e inquietarlo con suggestioni spirituali di varia natura, a seconda della sensibilità soggettiva. Piuttosto, bisogna subito pregare, senza agitazioni, con compostezza e decisione, continuità e potenza interiore, sapendo che Gesù è presente, che Gesù ha autorità su tutti i demoni, che lo Spirito Santo ci libera dalla loro azione e la Madonna intercede per noi. Non importa la fatica di questo combattimento, che nessuno vede e talvolta nessuno capisce: Gesù lo conosce e ammira chi lo effettua per il suo nome. E quindi preghiamo, preghiamo, preghiamo lo Spirito Santo e il Santo Rosario, benedicendo continuamente il nostro Salvatore, affinché liberi il nostro mondo interiore da ogni contaminazione o invadenza diabolica. Amen
*** Francesco G. Silletta – “Liberaci dal male” – 4 volumi – Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam – tel. 3405892741 – Piazza del Monastero 3 – Torino www.lacasadimiriam.altervista.org