Satana non cerca le anime solo con l’impurità sessuale – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 23 marzo 2024

Job's Daily Life in the Bible and Satan's First Attack

Satana non cerca le anime solo con l’impurità sessuale, ma anche insediandosi malevolo nelle famiglie, nelle ricchezze, nelle amicizie, nell’intelletto agente… ***

Nell’Antico Testamento abbiamo molti esempi di anime tormentate in modi distinti dal Maligno, così come nel Nuovo Testamento. In modo speciale, tuttavia, questa sera vogliamo soffermarci su un personaggio dell’Antico Testamento, il saggio Giobbe, che viene descritto come vittima di uno specifico assedio di Satana alla sua vita, fino a un certo momento piena di successi e di prosperità. Egli viene infatti inizialmente descritto come un uomo benestante, molto ricco non solo di figli, ma di animali e di altri beni. A un certo momento, “il Satana” (mettiamo anche noi l’articolo davanti, per non meritare le critiche degli esegeti cavillosi), si porta al cospetto di Dio ed evidenzia come Giobbe lo serva con giustizia, ma unicamente – a suo dire – a motivo delle ricchezze che Dio gli ha donato. Sia provato, dunque, nei suoi beni, e si metta in gioco la sua fede. E così accadde che una serie di sciagure impose a Giobbe la perdita di moltitudini di buoi, di cammelli e soprattutto dei suoi stessi figli. Ma Giobbe, in prima istanza, non si ribella affatto a Dio, ma anzi dice il famoso monito: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto”. Si noti come in nessun modo Satana oppose se stesso alla fede di Giobbe mediante proposte impure come comunemente le immaginiamo. Non contento, tuttavia, Satana stesso si volge ancora a Dio, fiero di come Giobbe avesse risposto rimanendogli fedele nonostante tutte quelle avversità. E Satana dice a Dio: “Pelle per pelle”. Nel senso di evidenziare come, finché uno può salvare la sua propria pelle, è pronto a perdere anche ciò che ad essa è estrinseco. Ora, dice il Maligno, lo si provi “nell’osso e nella carne”, e si veda la sua fede. E così a Giobbe comparve una piaga maligna che ne debilitò quasi totalmente il corpo. Qui entrano in scena due elementi: la divisione familiare, poiché la moglie di Giobbe ne deride l’assurda – a suo dire – fede in Dio, e quella sociale, dal momento che compaiono al cospetto di Giobbe malato, “cosparsi di polvere e con le vesti stracciate” (come in segno di lutto o di grande calamità) i tre conoscenti di Giobbe, cioè Elifaz, Bildad e Zofar. Essi, credendosi sapienti e interpreti del divino volere, istituiscono una grande conversazione con l’ormai afflitto Giobbe, in pratica istituendo un “processo” contro di lui. Essi pensano che infatti tutto ciò che gli accada, dipenda dal suo peccato. Quale, chiede Giobbe, inveendo a un certo momento anche contro Dio? Infatti, dinanzi ai suoi tre amici Giobbe afferma che ciò che essi dicono è fondamentalmente insensato, e tutto sommato facile da asserire quando si sta bene di salute. Ma se Dio è buono con i giusti e con gli ingiusti, Giobbe – che non ne conosce ancora i lineamenti della giustizia e la profondità della misericordia – si chiede quale possibilità ci sia mai di discutere con lui. Quale possibilità di conoscere il peccato commesso, se Dio stesso non lo rivela? In questa fase, Satana è fiero di se stesso. Giobbe sta infatti perdendo il lume della ragione della fede, anche a motivo dell’interdizione equivoca dei suoi tre amici. Noi ci fermiamo qui. Sappiamo come poi sarà Dio stesso a illuminare Giobbe e a donargli infine nuovamente beni, salute e ricchezza. Ci interessa, piuttosto, sottolineare il modo in cui Satana ha ostacolato fortemente il cammino di santificazione di Giobbe stesso. Ciò è avvenuto “al di qua” delle proposte contro la purezza del corpo, in senso sessuale, che spesso pensiamo essere l’unico modo in cui Satana tenta i figli di Dio. In realtà, esse hanno uno spazio previo di formazione anche nell’astuzia del tentatore. Spesso giungono in un modo “secondo”, cioè successivo ad altre vie di seduzione o di scoraggiamento. Satana studia infatti le sue vittime nelle loro caratteristiche spirituali e corporali, e in base ad esse, inveisce come un avvoltoio. Nel caso di Giobbe, egli ha mirato anzitutto alle grandi ricchezze che Giobbe possedeva. Molti di noi anche oggi le pongono al primo posto delle loro preoccupazioni. Su di esse Satana lavora, cercando di umiliare Dio mediante la nostra infedeltà attraverso di esse. In secondo luogo, data la resistenza di Giobbe, Satana ha mirato alle relazioni familiari, in questo caso a quella coniugale. Giobbe si è trovato solo, senza il sostegno della moglie, nella sua fede in Dio. Questo capita spessissimo anche nelle nostre famiglie. Un’anima è spesso tentata dal diavolo nella fede, a motivo dell’infedeltà del coniuge. E tuttavia si deve trovare lo stesso la forza di opporsi al Maligno, rispondendogli nella fede in Dio. In terzo luogo, è soggiunta dal Maligno l’istituzione di una violenta malattia, una piaga velenosa su Giobbe. Molti di noi, dinanzi alle malattie, perdono la fede in Dio o inveiscono contro di lui. Dobbiamo tuttavia cristianamente saper accettare le malattie come veicolo di purificazione e di santificazione, senza inveire contro Dio a motivo di esse. Da ultimo, Satana ha lavorato con Giobbe mediante i suoi amici, che non comprendono affatto il divino disegno su Giobbe, nonostante si pavoneggino quali interpreti della divina volontà. Giobbe soffre per questo e la sua fede declina, poiché mal supportata dalle teorie dei sapienti di turno. Questo capita spessissimo anche oggi. Sono tanti coloro che nel mondo si credono dei sapienti, sfoggiano grandi percorsi intellettuali che, tuttavia, in ultima istanza non conducono ad alcunché di salvifico per l’anima. Noi dobbiamo essere molto umili e non far dipendere la nostra fede cristiana dal linguaggio e dalla vanità dei sapienti di questo mondo. San Paolo ce l’ha insegnato, dicendo lui stesso di non voler predicare il Vangelo con discorsi persuasivi o complicati. Non è la sapienza di questo mondo, infatti, a dimostrare e a sostenere la nostra fede in Gesù Cristo, ma la sapienza sconosciuta a questo mondo, che Dio stesso ci manda quando ci trova umili e fiduciosi nel suo amore per noi. Amen

*** Meditazione serale alla Casa di Miriam del 23 marzo 2024
Edizioni e Libreria Cattolica La Casa di Miriam
Piazza del Monastero 3 – 10146 – Torino

 

 

Pubblicato da lacasadimiriam

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