“Molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo!” (2Gv 1,7)

“Molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo!” (2Gv 1,7) – Meditazione alla Casa di Miriam del 29 dicembre 2023:

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L’identikit giovanneo dell’anticristo – figura di cui oggi si parla molto, ma in modi spesso scomposti e biblicamente incerti – è molto chiaro e semplice, come Giovanni attesta sia nelle sue prime due lettere che, con altra terminologia, nell’Apocalisse. Partendo qui dallo stesso termine “anticristo” (greco: ἀντίχριστος – antichristos), esso non è molto frequente in questa forma nominale che lega, in termini oppositivi, il nome di Cristo alla preposizione “anti”, dal valore avversativo. In questa forma, essa è esclusiva di Giovanni nel Nuovo Testamento (cf. 1Gv 2,18; 2,22; 4,3; 2Gv 1,7). E tuttavia Giovanni non filosofeggia, né mitizza, né ancora si perde in vane e apocalittiche interpretazioni di questo personaggio il cui nome (che un nome non è), a suo modo conia egli stesso. Giovanni afferma semplicemente cosa sia, secondo natura, costui: negazione. Di che cosa, concretamente? Lo spiega nella sua prima lettera: del Cristo stesso, in quanto Figlio di Dio incarnato. Negando il Cristo, tuttavia, si nega anche il Padre (cf. 1Gv 2,22), poiché, come ci aveva anticipato nel suo Vangelo, il Padre esige che anche il Figlio sia glorificato. L’Anticristo, quindi, è colui che nega il Padre e il Figlio, partendo dal diniego dell’incarnazione del Figlio di Dio. Nella sua prima lettera – un po’ come accadde con il profeta Elia, che “doveva venire” e insieme “era già venuto” – Giovanni dice ai suoi lettori che sì, è inevitabile che giunga l’Anticristo, ma questi, oggettivamente, è già giunto. E la sua origine è intestina agli stessi discepoli di Cristo, che in tal senso, in quel nucleo ribelle, si sono rivelati come falsi: essi in tal modo, negando Gesù Cristo nella carne, rendono presente l’Anticristo (cf. 1Gv 4,3). Nella sua seconda lettera, Giovanni riprende il medesimo tema, anche se qui lo rivolge a dei lettori distinti. Qui l’Anticristo è identificato nel medesimo modo, come negazione dell’incarnazione del Figlio di Dio. Tuttavia, Giovanni ne amplifica l’estensione, parlando di “molti” (πολλοὶ) che si sono lasciati traviare da lui. E inoltre invia ai lettori – e a noi con essi – l’esortazione cautelativa a fare “attenzione a voi stessi, perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito” (2Gv 1,8). La cautela giovannea sta nel non voler oltrepassare (nemmeno in termini negativi) la dottrina del Cristo: chi possiede quest’ultima, infatti, possiede il Padre e il Figlio. Amen 

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