Devozione e teologia

Devozione e teologia

Devozione non è affatto un sinonimo di “diminuzione” del valore di un approccio alla fede cattolica, rispetto a quello molto più sontuoso che – in certi contesti – possieda invece la teologia, quasi che se la devozione viene considerata una “pia pratica per ignoranti”, la teologia sia invece una “scienza per dotti”.

Molte verità della fede cattolica, nei secoli, spesse volte sono pervenute alla coscienza della Chiesa Madre – dopo lotte considerevoli – a motivo di uno spirito di umilissima devozione, piuttosto che non di sapiente teologia. In fondo ogni vera devozione, ha qualcosa di suo a livello teologico, come se la teologia costituisse essa stessa la sorella maggiore della pratica devozionale. In tal senso, se il cuore cattolico non è ardente nella devozione, non potrà condurre ad alcunché di significativo la sua indagine teologica, ma solo tracciare dei freddi ed umanissimi percorsi di idee e contenuti intellettuali, senza un intenso legame con il Cristo che si studia, che si insegna e che si predica.

La teologia ha un ruolo decisivo sull’intuità devozionale – come anche sulla sua “istintività” (che spesso a sua volta cela dei pericoli di senso concreto): se tuttavia si chiude in se stessa e oppone alla sua “sorella devozione” qualsiasi legame di parentela, allora quella teologia non è affatto utile alla fede, ma si pone come suo scandalo (in senso etimologico). Amen

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Pubblicato da lacasadimiriam

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