Santa Marta

“Santa Marta, la casalinga che stendeva i draghi e risuscitava i morti”

Santa Marta inglese

Fare memoria di Santa Marta unicamente ripensando a quel suo zelo domestico che le ha meritato il famoso ammonimento di Gesù (“Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno”, Lc 10,41-42a), sarebbe irriconoscente e superficiale rispetto all’esistenza testimoniale di una donna che, nella propria progressione di conoscenza del Maestro, ha saputo raggiungere delle vette eroiche di forza spirituale e di adesione di fede, storicamente testimoniate ed evidenziate anche attraverso il compimento di determinati segni che, come spesso accade, avvalorano in termini sensibili una incipiente adesione spirituale rispetto ad un determinato messaggio.
Ora, assieme alla sorella Maria, al fratello Lazzaro e ad altri discepoli a loro particolarmente cari, la donna di Betania ha intrapreso la via del mare, probabilmente intorno all’anno 48, a motivo di una violenta persecuzione vigente nella loro terra contestualmente al crescente odio giudaico rispetto ai testimoni del Risorto. La destinazione della traversata è risultata essere quella della Provenza, laddove, in un secondo momento, ognuno dei discepoli ha intrapreso un suo peculiare itinerario a seconda del proprio carisma e del proprio senso testimoniale.
La forza d’urto dell’incrollabile adesione di fede di Santa Marta ha reso possibile che un’intera popolazione volesse cambiare il nome della propria città per trasformarlo in quello di “Tarascon” (italiano “Tarascona”), alla luce di un prodigioso evento realizzato ad opera della donna di Betania ed avente per oggetto proprio il terribile “tarasque” (it. tarasca), un dragone orribile proveniente dalle rive del Rodano che seminava il panico tra gli abitanti della Provenza.
Venuta ad imbattersi personalmente con questa bestia, proprio nell’attualità dell’aggressione ad un uomo, Marta ha saputo con la forza della propria fede, “armata” con un rametto d’issopo e con un po’ di acqua santa, domarne la furia e, recitando continuamente l’Ave Maria, ha fatto in modo che l’animale divenisse sempre più piccolo, sino ad assumere dimensioni talmente innocue da poter essere legato con una corda dalla stessa Marta, che a sua volta lo condusse alle persone di quella città.
Una leggenda per bambini? Per alcune persone, evidentemente disadattate rispetto all’economia dello Spirito Santo, è facile parlare di leggenda quando si affrontino determinati argomenti. In realtà la natura di certi episodi, che l’economia della fede rende intelligibili senza il bisogno di ricorrere ad alcuna montatura estetica, si rivela per ciò che è soltanto alla luce di una profonda comprensione del mistero di Cristo e del potere destinato ai discepoli che a lui si adeguano ed integralmente ne seguono l’insegnamento.

Tomba Santa Marta
Vi è del resto un ulteriore prodigio compiuto dalla donna di Betania, ancora una volta in terra provenzale, capace di corroborare la grandezza della sua fede ed al contempo, per suo tramite, il continuo agire della grazia in ordine alla testimonianza del Vangelo. Proprio durante una predicazione di Marta presso Avignone, infatti, un giovane annegò nel disperato tentativo di raggiungere a nuoto quell’assemblea. Costui venne portato morto ai piedi di Marta, la quale fece memoria della prodigiosa resurrezione del fratello Lazzaro operata da Gesù diversi anni prima e la utilizzò quale testualità di preghiera in ordine alla risurrezione di quel giovane. Invocando il nome di Cristo, alla luce della resurrezione di Lazzaro, Marta ottenne da Dio la grazia richiesta e quel giovane tornò miracolosamente in vita.
La venerazione di Santa Marta è inevitabilmente cresciuta fortemente in terra di Provenza, come del resto, parallelamente, anche quella della sorella Maria (cfr. Sainte-Baume). Pur tuttavia essa travalica l’ordine del miracoloso e semmai ripristina una dimensione “pratica” della fede in Cristo sin troppo emarginata. Credere è infatti conoscere ed al contempo aderire, senza trattenere alcunché di se stessi, alla sequela d Gesù Cristo. Questa è la fede che sposta le montagne. Una fede ai tempi nostri tutta da riscoprire, anche in alcuni ambienti cristiani nostrani. Invochiamo l’intercessione di Santa Marta, della sorella Maria e di Lazzaro affinché la loro testimonianza susciti una nuova vitalità in ordine alla nostra personale aspirazione testimoniale.
Francesco Gastone Silletta – Edizioni La Casa di Miriam
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Pubblicato da lacasadimiriam

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