San Pio X – Colui che coniò il termine “Modernismo” – Dal testo: “L’essenza del Cristianesimo in Romano Guardini” – di F.G. Silletta

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San Pio X – Colui che coniò il termine “Modernismo” e che i “modernisti” accettarono come proprio identificativo – Dal testo: “L’essenza del Cristianesimo in Romano Guardini” – di F.G. Silletta***
 
“San Pio da Pietrelcina – forse con un pizzico di “parteggiamento” – in una lettera al suo Padre Spirituale definisce San Pio X come il “più grande mai sorto”. Certo si è trattato, al di là di questa considerazione enfatica, di un Papa molto significativo nella storia della Chiesa.
Pio X, infatti, con i suoi interventi magisteriali, ha avuto – fra i vari –
il merito di far convogliare l’eterogeneità di discipline e di argomentazioni teologiche e culturali esistenti al suo tempo in un unico concetto, appunto quello di “Modernismo”. Scrive a tal proposito:
“È artificio astutissimo dei modernisti… presentare le loro dottrine non già coordinate e raccolte quasi in un tutto, ma sparse invece e disgiunte l’una dall’altra, allo scopo di passare essi per dubbiosi ed incerti, mentre di fatto sono fermi e determinati; gioverà innanzi tutto raccogliere qui le dottrine stesse in un sol quadro, per passar poi a ricercar le fonti di tanto traviamento ed a prescrivere le misure per impedirne i danni” (Lett. Enc. Pascendi Dominici gregis (08-09-1907).
Nella sua concezione, quindi, “Modernismo” indica quell’insieme di dottrine, insegnamenti, orientamenti teologici, strutture di pensiero e quant’altro accomuni questa visione teologica piuttosto diffusa anche fra i sacerdoti ed i cattolici del tempo, che “cercano negli stessi dogmi quel progresso che, in fin dei conti, è la loro stessa corruzione” (Decr. Lamentabili sane exitu 03-07-1907).
Gli stessi autori modernisti, ringraziando ironicamente Pio X per l’introduzione del termine a “battezzare” il loro movimento, rivendicano quest’ultimo come proprio, pur mutandone tuttavia la definizione pontificia: “Il modernismo è il metodo critico, applicato come di dovere alle forme religiose dell’umanità in genere, ed al Cattolicesimo in specie” (Il programma dei Modernisti. Risposta all’Enciclica di Pio X ‘Pascendi Dominici gregis’).
L’intervento di Pio X nei confronti del Modernismo si articola in tre momenti successivi, tutti posti in essere in modo ravvicinato nel tempo. Il primo di essi è il decreto Lamentabili sane exitu, datato 3 Luglio 1907. Il decreto rappresenta in realtà la confutazione di 65 proposizioni moderniste in materia di fede, di disciplina sacra ed interpretazione delle Sacre Scritture. […]
A distanza di soli due mesi, lo stesso Pio X pubblica un nuovo documento antimodernista, l’enciclica Pascendi Dominici gregis, datata 8 settembre 1907. Pur con lo stesso intento del precedente, cioè debilitare energicamente lo sviluppo della teologia modernista condannandone gli errori principali, questo documento si presenta
maggiormente articolato e strutturato teologicamente, coordinando le proposizioni in maniera argomentativa e non più semplicemente espositiva, analizzando punto per punto le principali tesi moderniste ed elaborando una replica teologica ad ognuna di esse. […]
Il pericolo maggiore evidenziato dal pontefice è rappresentato da una bidirezionalità problematica: i modernisti appartengono non solo, infatti, al mondo variegato degli intellettuali atei, ma sono inseriti dentro la realtà credente cattolica, spesso addirittura religiosi e sacerdoti; per secondo, “non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede e alle sue fibre più profonde” , “non risparmiando così la persona stessa del Redentore divino che, con un ardimento sacrilego, rimpiccioliscono fin alla condizione di un puro e semplice uomo”(Lett. Enc. Pascendi Dominici gregis).
[…] In questa prospettiva, non è soltanto il concetto di ispirazione divina ad essere alterato, bensì anche quello di Rivelazione, poiché viene camuffato il luogo privilegiato di interazione fra l’uomo e Dio, che è la sua stessa Parola vivente. Tutto ciò, secondo Pio X, è da ricondurre ad un’istanza filosofica soggiacente a tutta la teologia modernista, ovvero quella dell’immanenza religiosa, per cui l’atto di fede è ridotto a un sentimento religioso […]
Un ulteriore intervento ufficiale di Pio X contro il modernismo è poi rappresentato dall’introduzione del cosiddetto “Giuramento antimodernista”, del 1 Ottobre 1910. Tale provvedimento, dapprima denominato “Giuramento della Fede”, viene imposto a tutti i membri del clero e a coloro che si apprestano a divenirne parte, come pure a tutti coloro con compiti magisteriali, ministeriali o di giurisdizione ecclesiastica. L’obiettivo è quello di rinsaldare la “professio fidei” cattolica e debellare alla radice il proliferare di dottrine moderniste (NB. Dal 1966 tale Giuramento antimodernista non venne più proposto dalla Chiesa) […]
 
*** Disponibile il testo: “L’essenza del Cristianesimo in Romano Guardini” – di F.G. Silletta – Collana Sussidi Teologici – Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam – Tel. 3405892741

 

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