“La bocca parla dalla pienezza del cuore” (Mt 12,34b) – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 18 dicembre 2023:

“La bocca parla dalla pienezza del cuore” (Mt 12,34b) – Meditazione serale alla Casa di Miriam del 18 dicembre 2023:

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Gesù è stato umanamente un Maestro molto attento all’uso delle parole. Egli, che è Parola del Padre, ha intessuto una predicazione che in nessun modo ha sorvolato l’importanza della coerenza ontologica fra la parola umana e il cuore, fra il linguaggio esteriore e la morale interiore. E in questo passo di Matteo, ciò emerge con una particolare enfasi: “Come potete dire cose buone, voi che siete cattivi?” (12,34). Questa impossibilità non è in senso assoluto universale, nel senso che qui Gesù non intende dire che “mai” una persona cattiva possa dire una cosa buona; piuttosto, contesta violentemente l’ipotesi che chi è consapevolmente e compiacentemente cattivo, possa pensare in questo stato di dire cose buone. La parola, infatti, rivela il cuore. Gesù non minimizza affatto questo aspetto, che è tipico di una non rara ipocrisia anche contemporanea. Non solo non lo minimizza, ma lo eleva a ragione estrema di giudizio universale: “Io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio” (12,34). Spesso trascuriamo questo aspetto, pensando unicamente che sia l’atto di credere o non credere che decreterà il nostro giudizio finale: ci dimentichiamo in tal senso di come saremo giudicati in base a come abbiamo usato la parola, ossia sul nostro linguaggio. “In base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato” (12,37). Qui la parola non è solo il dire foneticamente qualcosa: anche il silenzio, infatti, è qui chiamato in causa come parte del linguaggio. Piuttosto è lo stesso nostro modo di comunicare, nel senso di trasmissione estrinseca di una condizione del cuore, a essere giudicato. Se il cuore è in una attualità cattiva, di diserzione della carità (in greco “cose buone” si dice “agatha”, derivato di agape), allora sarà cattiva anche la sua parola o il suo silenzio, poiché il linguaggio viene dal cuore. Non dobbiamo in tal senso tralasciare la purificazione del nostro modo di parlare (o di tacere), in questo tempo di grande impurità linguistica. Esso verrà giudicato dalla Parola stessa, cioè Dio che ci ha donato il linguaggio, e non sarà semplice quel giudizio, poiché il linguaggio stesso esprime la nostra condizione interiore. Amen.

 

 

Pubblicato da lacasadimiriam

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