“In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete” (Gv 1,26): il nostro cuore come dimora di Gesù

The baptism of Jesus (Matthew 3:13-17) - The identity of Jesus - CCEA -  GCSE Religious Studies Revision - CCEA - BBC Bitesize

“In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete” (Gv 1,26): il nostro cuore come dimora di Gesù

Spesse volte nei Vangeli – a livello intranarrativo – alcune grandi verità ci vengono trasmesse non solo da Gesù direttamente, ma anche da qualche personaggio del racconto, che rivela qualcosa di importante e il senso delle cui parole sorpassa la sua significazione immediata, lasciando anche un significato simbolico. In questo caso, la lezione ci deriva da Giovanni il Battista, che a più riprese l’evangelista Giovanni evoca già nel primo capitolo del suo Vangelo (poi anche più avanti). Il Battista dice qui che fra quanti sono venuti ad interrogare lui – mandati dai farisei – relativamente alla sua identità e alla ragione ultima del suo battesimo, vi sia “uno” (hon) che essi non conoscono (ouk oidate). Quell’Uno, è Gesù. Stupiscono molto due aspetti di questa rivelazione del Battista. Il primo sta in quel “voi non lo conoscete”. Questa non conoscenza di Gesù da parte degli scribi non è soltanto di ordine “facciale”, ma anche teologica. Nel primo senso, infatti, nemmeno il Battista – come egli stesso ammette “il giorno dopo” – lo conosceva (Gv 1,33, “ouk ēdein”). E tuttavia, da un punto di vista teologico, il Battista lo conosceva sin dal principio della sua attività pubblica. Gli scribi e i dottori della legge, invece – nonostante la testimonianza dei profeti – non conoscevano affatto che Gesù, l’atteso Messia, fosse “in mezzo a loro” (mesos hymōn). L’evangelista Giovanni non riporta in che modo gli interrogatori del Battista abbiano replicato a lui dinanzi a questa informazione. Egli tace, a riguardo, lasciando che l’ultimo a parlare sia il Battista con la sua rivelazione della presenza di Gesù “in mezzo a loro”. E al di là che poi l’evangelista prosegua con il racconto di ciò che avvenne nel medesimo luogo “il giorno dopo” (ossia la manifestazione pubblica dello stesso Gesù), la porta narrativa rimane aperta al lettore affinché questi possa prendere l’iniziativa con alcune riflessioni personali. Qui nasce il secondo aspetto della rivelazione del Battista. Gesù, infatti, viene annunciato dal Battista come “presente tra”, ossia lì, in quel luogo storico di quel tempo, ma anche in ogni luogo della storia di ogni tempo. La rivelazione del Battista a quegli scribi trascende dunque la volontà dello stesso Battista/rivelatore. Infatti, anche “in mezzo a noi” è presente Gesù, e anche noi, allo stesso modo del Battista, “non siamo degni” di lui (realtà ontologica espressa dall’indegnità di sciogliere il laccio del sandalo). E tuttavia Gesù stesso “si fa conoscere” a noi. La negazione di questa conoscenza, che il Battista già esprime dinanzi agli scribi dicendo “uno che voi non conoscete”, supera allora di molto la semplice non conoscenza di uno che esiste a livello umano, e interpella chiaramente il discorso teologico. Dicendo “uno che voi non conoscete”, in tal senso, il Battista già mira al rifiuto della classe colta di Israele relativamente a Gesù in quanto Figlio di Dio e Messia. Noi siamo chiamati, dalle stesse parole del Battista, ad aprire gli occhi della nostra conoscenza interiore e a riconoscere Gesù come presente “in mezzo a noi”, come Colui che toglie anche oggi il peccato del mondo nell’attualità stessa di questo nostro esistere contemporaneo, mediante il dono di se stesso per noi. Non lasciamo che Gesù passi via senza che noi, come quei due discepoli che lo seguirono sulla parola del Battista, volgiamo a lui il nostro grido d’amore: “Dove dimori?”. Egli ci indicherà così il nostro cuore come sua dimora.

Amen

 

Pubblicato da lacasadimiriam

La Casa di Miriam è un centro editoriale cattolico ed un cenacolo di preghiera operativo 24h