Sulle crisi di coscienza di San Pio – Dall’Epistolario

Anche San Pio aveva dei tormenti di coscienza sul passato, e non solo come eccesso di umiltà dei santi, ma come umana convinzione di chi sa di essere – con lealtà di coscienza – un peccatore.
Una lettera dall’Epistolario di San Pio – Volume 1 *** 

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Carissimo padre,
con mano tremante e con cuore addolorato l’invio la presente, per farle sapere non solo lo stato fisico di mia salute, ma ancora quello dello spirito, che sembrami assai deplorevole.
Mi dispenso di parlare della mia salute, poiché le continue infermità, che non vogliono lasciarmi, anziché diminuire la fiducia nella mia madre celeste e nel suo figliuol Gesù per essere presto sciolto dai lacci di questo misero corpo, si accresce sempre più.
Vengo quindi a parlare di ciò che più mi spinge a scrivere la presente. Ascolti, padre mio. Da vari giorni mi sento un continuo turbamento di coscienza per la mia vita passata, spesa così malamente. Ma ciò che in particolare più mi martirizza il cuore e mi affligge oltremodo si è il pensiero di non essere certo di aver confessati tutti i peccati della mia vita passata e quello ancora di
averli o no confessati bene. Padre mio, ho bisogno di un aiuto che plachi gli ondeggiamenti del mio spirito poiché, ella mi deve credere, l’è questo un pensiero che mi uccide; non so che partito prendere. Vorrei fare la confessione generale, ma non so se mi farà male o bene. Mi aiuti, o padre, non mi abbandoni per amor del nostro caro Gesù! Son disposto a fare tutto ciò che ella mi
comunicherà.
Mi sento ancora alle volte tentato a tralasciare la comunione quotidiana, ma per il passato mi sono sempre vinto. Tutto sia a gloria di Gesù. E come poi, padre mio, potrei vivere senza accostarmi a ricevere Gesù anche per una sola mattina?
Intanto non posso comprendere come mai questi timori e sconforti possano sussistere in un cuore che preferisce mille volte la morte anziché determinarsi a peccare. In queste torture del cuore sento una più grande fiducia in Dio, e sono così ripieno di dolore dei miei peccati, che passo momenti di continuo martirio.
Non altro conforto mi rimane in mezzo a questo dolore, che lo direi quasi infinito, se non quello di piangere: conforto e sollievo insieme per me.
Mi benedica, o padre mio, e preghi per me.
Il suo
fra Pio
20 giugno 1910
*** Testo a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni – Edizioni “Padre Pio da Pietrelcina”

 

 

 

Pubblicato da lacasadimiriam

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