“Io credo?” – secondo Joseph Ratzinger

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“[…] Il Credo apostolico inizia con le parole Io Credo.

Ma l’essere cristiani, la fede in Cristo, non si fonda solo su questa definizione. Nell’Antico Testamento, ad esempio, la “legge” dominava il concetto di “fede”. Nella cultura pagana, vi era sì una “religio”, ma in fondo era un insieme di riti. La cerimonia prevale sulla fede. Così nell’intera storia delle religioni.

Ma anche in ambito cristiano non dobbiamo pensare che dicendo soltanto “Io credo” sia risolta la sostanza della nostra fede. Nel Medioevo tutti apparivano “Credenti”, ma la fede viva non era così diffusa come sembrasse.

Ciò dipende dalla natura oggettiva di Colui che si afferma di credere. Dio è l’invisibile infinito, l’essenzialmente altro: egli resta per l’uomo “l’essenzialmente invisibile”, colui che sta fuori del suo campo visivo. Gli occhi umani sono in grado così di vedere sempre ciò che Dio non è.

Ciò implica che affermare “io credo” non può strutturarsi su una base “positivista”, fondando cioè ciò che si crede su ciò che si vede, si tocca e si sente. L’uomo che “crede” non può fissare i limiti del suo credo su ciò che può vedere e toccare, ma ha bisogno di una nuova forma di accesso alla realtà, alla quale dà il nome di fede. […]”

*** (J. Ratzinger, Introduzione al Cristianesimo)

 

Amen

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