Sui gravissimi danni causati da un sacerdote che non celebra la Santa Messa – Da un trattato di San Bonaventura:

Sui gravissimi danni causati da un sacerdote che non celebra la Santa Messa – Da un trattato di San Bonaventura:

Why Jesus Couldn't Do Miracles in His Hometown | Christianity Today

“[…] Quando un sacerdote è senza peccato mortale e di buone intenzioni e, non avendo impedimento legittimo, omette di celebrare (la Santa Messa) non per riverenza, ma per trascuratezza, allora, per quanto sta in lui, priva la santissima Trinità di lode e di gloria, gli angeli di gaudio, i peccatori di perdono, i giusti di aiuto e di grazia, le anime del purgatorio di suffragi, la Chiesa di Cristo di beneficio spirituale, e se stesso di medicina e di rimedio contro le sue debolezze e i peccati quotidiani; perché, come dice Ambrogio, se «ogni volta che si effonde il sangue di Cristo, si effonde in remissione dei peccati, io devo riceverlo per avere sempre il perdono dei miei peccati; io che sempre pecco, devo sempre prendere la medicina». –
Similmente, priva se stesso di tutti questi benefici che derivano dalla santa comunione, e sono: remissione dei peccati (veniali), freno delle passioni, luce della mente, forza interiore, unione di Cristo e del suo Corpo mistico, rinvigorimento delle virtù, arma contro il demonio, certezza di fede, elevazione di speranza, sprone di carità, aumento di devozione e vita angelica. –
In pari modo, non compie l’ufficio di alta dignità e ossequio, di cui è incaricato, e non esercita il debito servizio di Dio; eppure sta scritto: ‘Maledetto colui che fa con negligenza l’opera di Dio’. – Parimenti, tralascia e vilipende il precetto di Cristo circa l’osservanza di questo sacramento, benché Cristo minacci: ‘Se non mangerete la carne del Figlio dell’uomo, ecc.’ –
Cosi pure, tale sacerdote respinge il viatico del suo pellegrinaggio, esponendosi a pericolo mortale, perché se non assume l’alimento del corpo di Cristo e il sostentamento di vita, diventa come un membro arido, al quale non arriva più il nutrimento del cibo corporale. –
Infine, per quanto dipende da lui, svuota il culto divino e l’adorazione dovuta al Creatore, come un ingrato dei benefici di Dio. Pertanto al capitolo nono dei Numeri si legge: ‘Se qualcuno è mondo, cioè di peccato mortale, e non sia in viaggio, o comunque impedito, e tuttavia non celebra la Pasqua, sarà tagliato fuori dal suo popolo, perché a suo tempo non offrì il sacrificio a Dio’. – Dunque, quanto più puoi, con ogni impegno, con l’esercizio di opere buone, col pianto della contrizione, col fuoco della devozione, scaccia da te ogni torpore e negligenza, per non trovarti poi reo d’aver respinto i doni di tante grazie”.
(San Bonaventura, Trattato sulla preparazione alla Messa, 3,I.9)

Disponibili i testi di san Bonaventura alla Libreria Cattolica La Casa di Miriam – Piazza del Monastero, 3 – Torino – Tel. 3405892741
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