“La Stella che non fa morire la speranza”

“La Stella che non fa morire la speranza” ***

“[…] Quando io nacqui, santa Vergine, so che Gesù mi pose sotto il tuo manto, a tutela della mia vita, affinché tutto ciò che dal primo istante della mia vita, sino a quello che sarà l’ultimo mio respiro, fosse sigillato dalla tua protezione e segnato dal tuo amore. Non io, né la mia famiglia, né il mondo e nemmeno gli angeli, avevano per me – come tuttora avviene – un interesse d’amore e una conoscenza simile alla tua, poiché invisibilmente allo sguardo umano e regalmente sulla servitù angelica, tu stessa, la Madre di Dio, hai preso a cuore la mia esistenza in modo singolare, assumendo misticamente su di essa il totale controllo e la suprema autorità. Le contingenze mondane successive alla mia crescita, le mie resistenze, i miei peccati, tutte le mie disobbedienze, le crisi e poi le ripartenze, le ricadute e infine tutti gli avvenimenti della vita, talvolta caotici e confusi, non ti hanno colta di sorpresa, né hanno scandalizzato o intimato un recesso della tua maternità su di me. Davanti a Dio, come un muro invincibile, ti sei posta sin da principio in mio favore, preferendo che il castigo fosse cancellato e l’attesa prolungata per quell’albero che non dava frutti, cioè io tuo figlio, nonostante tanta grazia dell’Onnipotente nel lasciarlo nel suo giardino. Tu hai opposto te stessa alla divina giustizia con un cuore materno, e sempre mi sei stata accanto provvida generatrice di speranza in me. Perché tu lo sai, Maria, che tante cose spiacevoli nella vita avvengono quando muore la speranza, e tu ti sei fatta per me la Stella che non fa morire la speranza. E grazie a te lo Spirito Santo ha purificato la mia coscienza, mostrandomi chi sia la sorgente della mia fede in Gesù Cristo, chi sia colei che ne ha trasformato la giustizia in compassione, il rigore in amore, il castigo in conversione. Tu. Piccola e immensa Donna della storia, tu così lontana nel tempo dalla mia attualità vivente, hai voluto essere Madre della mia Vita, interprete delle mie scelte, sollecitudine nei miei bisogni. E mi rendi vita, gioia, amore per te e consolazione ad ogni respiro, tanto che nulla più mi attrae di questo mondo, nulla mi dà interesse o partecipazione esistenziale, se non l’idea fervente che un giorno ti vedrò, e aprendomi le braccia materne, con la tua dolcissima voce mi dirai: “Vieni, mio Figlio ti attende! […]”. Amen.

*** FG. Silletta

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